Lavori in Commissione, 23 luglio

Licenziata la proposta di legge sul naturismo
La III Commissione (Turismo, economia e industria), con la presidenza del consigliere Raffaele Gallo, ha licenziato a maggioranza dei presenti la proposta di legge sulla disciplina del turismo naturista, presentata dai consiglieri Davide Bono, Giorgio Bertola, Mauro Campo, Francesca Frediani, Stefania Batzella, Federico Valetti, Paolo Mighetti (M5S) e Marco Grimaldi (Sel).
La pdl definisce i criteri della pratica del naturismo sul territorio piemontese, con particolare attenzione alla promozione del turismo e di adeguate condizioni per garantire privacy e disciplina.
La proposta prevede inoltre la delimitazione, con apposita segnaletica e mirati accorgimenti, delle aree dedicate al naturismo, assicurando riservatezza a chi sceglie la pratica di questo stile di vita.
In assenza di risorse aggiuntive è stata espressa la volontà da parte dei rappresentanti dell’opposizione di operare, nel corso del 2016, per elaborare possibili linee di finanziamento dedicate allo sviluppo e alla diffusione di strutture e aree naturiste.
Domenico Rossi (Pd) e Davide Bono (M5S) sono stati nominati rispettivamente relatori di maggioranza e minoranza.
droselli
Rispetto al Piano del 1997, le novità sono molteplici
Raggiungere il 65% di raccolta differenziata in ogni ambito territoriale e il 50% del tasso di riciclaggio, oltre a una sensibile riduzione della produzione di rifiuti entro il 2020: sono solo alcuni degli obiettivi del Progetto di Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione 2015-20, adottato lo scorso 8 giugno dalla Giunta regionale del Piemonte.
Il Piano è stato oggetto, giovedì 23 luglio, della consultazione in V Commissione (presidente Silvana Accossato) dei cosiddetti portatori d’interesse.
Nel suo iter, il documento aveva già superato una serie di esami, in primo luogo la Valutazione ambientale strategica. L’approvazione finale spetterà al Consiglio regionale.
Rispetto al Piano preesistente del 1997, ha avuto modo di spiegare l’assessore all’Ambiente Alberto Valmaggia, le novità sono molteplici, e consentono di raggiungere tutti gli obiettivi espressi dalla disciplina nazionale e comunitaria, che negli ultimi anni si è evoluta al punto di trasformare la gestione dei rifiuti in uno strumento di natura economica ed ambientale, nel solco tracciato dal legislatore europeo. Il principio che ispira il documento è l’autosufficienza regionale nella gestione dei rifiuti urbani non destinati alle operazioni di riciclaggio e recupero.
Le priorità sono rappresentate dalla riduzione della produzione dei rifiuti e dalla raccolta differenziata di qualità, finalizzata a produrre sostanze che potranno essere utilizzate in alternativa alle materie prime.
Il Piano si prefissa di raggiungere gli obiettivi del 65 % di raccolta differenziata, e del 50 % di riciclaggio, limitando a non più di 670.000 tonnellate i rifiuti urbani indifferenziati che a livello regionale dovranno essere gestiti nel 2020. È prevista anche la possibilità di trattamenti finalizzati a migliorarne le performance energetiche, mediante la produzione di combustibile da rifiuto.
mbocchio
I sottotetto nel computo della superficie utile lorda degli immobili
La II Commissione, presieduta da Nadia Conticelli, ha licenziato all’unanimità nella mattina del 23 luglio, la proposta di deliberazione n. 66 “Modificazioni alla deliberazione del Consiglio regionale numero 548-9691 del 29 luglio 1999 di approvazione del Regolamento edilizio tipo come modificata dalla d.c.r. n. 267-31038 dell’8 luglio 2009”, presentata dai consiglieri Mighetti (primo firmatario), Rostagno, Bertola, Bono, Valetti e Frediani.
In pratica, si prevede di inserire nel computo della volumetria degli immobili (superficie utile lorda) anche i locali sottotetto che possiedono caratteristiche dimensionali idonee ad un futuro recupero ai sensi della legge regionale 6 agosto 1998, n. 21.
Tali modifiche “si rendono necessarie – si legge nella relazione al provvedimento - per evitare la realizzazione di locali sottotetto che, pur non essendo in possesso delle altezze idonee per essere considerati abitabili/agibili, vengono impropriamente utilizzati a scopo residenziale. Tali usi corrispondono spesso ad una vera e propria variazione della volumetria edificabile e della connessa capacità insediativa, oltre che ad un mancato introito in termini di oneri e contributi per i comuni”.
Inoltre, si è aggiunta una serie di proroghe dei termini temporali di applicazione della legge regionale 6 agosto 1998, numero 21 (Norme per il recupero a fini abitativi di sottotetti), che hanno indotto molti costruttori a “scommettere sul futuro” realizzando sottotetti adatti ad essere sanati attraverso la sopraccitata norma. "Ciò ha causato uno stato di provvisorietà ed abusivismo diffuso, che ha stravolto le previsioni insediative di zone di piano a bassa densità abitativa", spiegano i firmatari.
gmonaco