La settimana in Commissione

I Commissione (Programmazione e Bilancio)
Disegno di legge di riordino delle Province e modifica Statuto Scr
“Siamo una delle prime Regioni ad avere applicato la legge Delrio delegando le funzioni alle province obbligandole ad esercitarle in forma associata a livello di quadrante, per esempio Asti con Alessandria o Biella insieme a Vercelli, Novara e Vco”.
Così il presidente della Prima Commissione Bilancio, Vittorio Barazzotto, ha commentato l’esito della seduta del 12 ottobre nella quale è stato licenziato a maggioranza il disegno di legge n. 145 “Riordino delle funzioni amministrative conferite alle Province, in attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle Unioni montane e Fusioni montane)".
La soddisfazione del presidente è evidentemente riferita alla conclusione di un importante lavoro della Commissione, protrattosi per dodici sedute, nelle quali sono stati presentati ben 281 emendamenti da parte di tutti i gruppi politici e della Giunta regionale.
“Oggi abbiamo anche adeguato la governance di Scr Piemonte con l’accordo di parte dell’opposizione” ha proseguito il presidente Barazzotto in riferimento alla espressione da parte della Commissione del parere favorevole a maggioranza sulla modifica dello statuto della Società di committenza Regione Piemonte Spa.
Sono intervenuti in Commissione in rappresentanza dell’Esecutivo di piazza Castello il vicepresidente, con delega agli Enti locali, Aldo Reschigna, e l’assessore, con delega ai Rapporti con le società a partecipazione regionale, Giuseppina De Santis.
Nelle dichiarazioni di voto sul ddl n. 145 Massimo Berutti (FI) ha lamentato che “la legge è necessaria, in applicazione di quanto stabilito a livello nazionale, ma andava elaborata in modo più dettagliato e articolato. Un testo costruito su linee guida nemmeno del tutto condivise in maggioranza e per normare territori che non conoscono ancora quale sarà la loro sistemazione istituzionale. Non si potranno avere utili risultati sul territorio per cui il giudizio è negativo”.
“Diamo atto di un lavoro valido benché difficile e complesso – ha dichiarato Andrea Appiano (Pd) – dove alcune parti fondamentali della riforma sono ancora in evoluzione, vedi Centri per l’impiego e il destino delle polizie provinciali. Il giudizio è favorevole anche considerando che per l’applicazione di questa legge si è arrivati a quintuplicare l’impegno economico originario a favore degli enti coinvolti e che toccherà quota 53 milioni di euro. L’approvazione in Aula dovrebbe essere possibile entro il termine del 31 ottobre”.
“Ribadiamo la posizione critica – ha dichiarato Mauro Campo (M5S) – per un provvedimento tampone, disordinato e poco coraggioso che porterà confusione. La Regione doveva farsi carico di maggiori responsabilità a fronte della difficile situazione degli altri enti. L’approvazione sul filo di lana non ha facilitato i necessari approfondimenti. Si parla di deleghe e non di conferimenti e tali deleghe appaiono arbitrarie. Gli ambiti ottimali non semplificano e mettono insieme realtà non omogenee, come nel caso del Vco. Non vengono risolti i problemi derivanti dalla riforma del 2001 del Titolo V della Costituzione”.
abruno
II Commissione (Pianificazione territoriale e Urbanistica)
Informativa sull'edilizia sociale
Sono 297 gli appartamenti ammessi al programma di “auto recupero” della Regione sotto i 15mila euro, attraverso il quale gli assegnatari di edilizia popolare potranno ristrutturare la propria abitazione con il rimborso da parte dell’Ente e 468 quelli al di sopra di tale soglia. I dati sono stati esposti in seconda Commissione, presidente Nadia Conticelli, nella seduta del 15 ottobre, da parte dell’assessore alla Casa Augusto Ferrari. Oltre all’informativa in merito al programma di recupero e razionalizzazione degli immobili e degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, l’assessore ha anche relazionato riguardo la revisione della normativa regionale in materia di edilizia sociale.
Nello specifico, per gli interventi di ripristino degli alloggi di risulta di minore entità, i funzionari hanno spiegato che “è possibile procedere con determinazione dirigenziale a dichiarare l’ammissibilità per n. 297 alloggi i cui costi complessivi di recupero ammontano a 3.160.507 euro”.
La non ammissibilità riguarda 18 alloggi di cui 15 in quanto ubicati in Comuni non previsti dall’avviso regionale e 3 in quanto realizzati nell’ultimo decennio. Le richieste pervenute sono dunque inferiori alle risorse ripartite in favore del Piemonte con il decreto interministeriale del 16 marzo 2015, genererebbero un’economia di 2.134519,40 euro.
Per gli interventi di ripristino degli alloggi di risulta con costi per unità abitativa superiori a 15mila euro e per gli interventi di manutenzione straordinaria o recupero degli edifici l’ammissibilità può essere dichiarata per 468 interventi (247 alloggi e 221 immobili) i cui costi di recupero ammontano a 76.541.404,14. La non ammissibilità 7 riguarda 58 interventi in quanto ubicati in Comuni non previsti dall’avviso regionale e 25 immobili a causa della presenza di alloggi occupati senza titolo. In questo caso le richieste sono nettamente superiori alle risorse ripartite, per soddisfare integralmente le domande sarebbero necessari ulteriori 46 milioni di euro.
Per chiarimenti sono intervenuti i commissari Marco Grimaldi (Sel), Maurizio Marrone (Fdi) e Davide Bono (M5s).
Quanto all’informativa sulla revisione della normativa, si punta “a un testo unico dell’edilizia sociale”, come ha chiarito l’assessore Ferrari. “Dovremmo valutare –ha aggiunto – l’opportunità di inserire un principio di sostenibilità della locazione, senza il quale assistiamo a diverse morosità incolpevoli, ma anche un meccanismo per incentivare la mobilità nell’edilizia sociale, qualora si verifichino modificazioni del reddito delle famiglie assegnatarie”.
gmonaco
III Commissione (Economia e industria)
Licenziamento Defr 2015, statuto Arpea e Consulta tartufi
Nella seduta della III Commissione, presidente Raffaele Gallo, sono stati espressi tre pareri positivi: a maggioranza, sulle materie di competenza, quello sul Documento di economia e finanza regionale 2015 (Defr); all’unanimità, quello sulla Consulta per la valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale; a maggioranza, quello sulla modifica dello statuto dell’Agenzia regionale piemontese per le erogazioni in agricoltura (Arpea).
L’assessore regionale Gianna Pentenero ha illustrato la parte del Defr inerente la formazione professionale e il lavoro, anche rispondendo alle richieste di chiarimenti delle opposizioni. L’assessore si è soffermata sulla necessità di riorganizzare i trentuno Centri per l’impiego presenti sul territorio regionale in base alle linee guida nazionali, in parte ancora in itinere, derivanti dalla legge Delrio, sul riordino delle Province, e dalla riforma del diritto del lavoro, il c.d. “Jobs act”.
In merito alla formazione professionale, si è parlato di “Garanzia giovani”: il piano europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile che prevede un programma di politiche attive del lavoro. Sul punto sono stati sottolineati i buoni risultati ottenuti in Piemonte, quale buon viatico per il futuro: da maggio sono già 9mila e 500 i tirocini autorizzati per soddisfare la forte richiesta da parte dei nostri imprenditori.
Sulla proposta di deliberazione della Giunta regionale sulla Consulta per i tartufi, è intervenuto l’assessore Alberto Valmaggia. In particolare ha spiegato che nella Consulta si rende necessario l’inserimento di un rappresentante dei tartuficoltori, ormai riuniti in un coordinamento regionale. Allo stesso tempo, quindi, si prevede l’innalzamento della rappresentanza dei raccoglitori di tartufi da due a tre componenti. Valmaggia ha, infine, ricordato che in base all’art. 4bis della l.r. n. 16/2008, i componenti della Consulta non godono di alcun emolumento, gettone di presenza o rimborso spese, risultando quindi l’operazione senza costi aggiuntivi per la Regione.
La seduta è stata chiusa con l’intervento dell’assessore Giorgio Ferrero che ha illustrato la modifica dello Statuto di Arpea necessaria per abbassare il compenso del nuovo direttore (attualmente l’ente è commissariato) parificandolo a quello di un vicedirettore regionale e per limitare la scelta, dei possibili candidati alla nomina, tra i dirigenti regionali che svolgono servizio nella direzione Agricoltura della Regione Piemonte. Nella modifica è stata anche abbassata la durata dell’incarico di direttore, da cinque a tre anni. Le opposizioni hanno sollevato alcuni rilievi e, tra questi, è stato accolto quello del gruppo M5S. L’assessore si è, quindi, impegnato a inserire nello statuto il limite massimo di tre mandati che possono essere attribuiti a uno stesso direttore.
abruno
IV Commissione (Sanità e assistenza)
La Commissione non si è riunita questa settimana.
V Commissione (Tutela dell'ambiente e Protezione civile)
Piano regionale dei rifiuti
È proseguito, il 15 ottobre, in quinta Commissione (presidente Silvana Accossato) l’esame del Piano regionale di gestione dei rifiuti 2015-2020.
Nella seduta odierna sono intervenuti, nell’ordine, i consiglieri Gianpaolo Andrissi e Mauro Campo (M5S), Domenico Rossi e Domenico Ottria (Pd), Davide Bono (ancora M5S) e Diego Sozzani (Fi).
Sono poi stati presentati quasi 500 emendamenti al testo, 460 dei quali a firma del solo gruppo del M5S.
Raggiungere il 65% di raccolta differenziata in ogni ambito territoriale e il 50% del tasso di riciclaggio, oltre a una sensibile riduzione della produzione di rifiuti (non più di 670.000 tonnellate) entro il 2020: sono solo tra i principali obiettivi, come ribadito ancora oggi dall’assessore all’Ambiente Alberto Valmaggia nel suo intervento.
Rispetto al Piano preesistente del 1997 - ha ancora spiegato Valmaggia - le novità sono molteplici, e consentono di raggiungere tutti gli obiettivi espressi dalla disciplina nazionale e comunitaria, che negli ultimi anni si è evoluta al punto di trasformare la gestione dei rifiuti in uno strumento di natura economica e ambientale, nel solco tracciato dal legislatore europeo, e che oggi viene definita come economia circolare. Il principio che ispira il documento è l’autosufficienza regionale nella gestione dei rifiuti urbani non destinati alle operazioni di riciclaggio e recupero.
Le priorità sono rappresentate dalla riduzione della produzione dei rifiuti e dalla raccolta differenziata di qualità, finalizzata a produrre sostanze che potranno essere utilizzate in alternativa alle materie prime. In questo ambito giocano un ruolo attivo e dominante i sistemi integrati di raccolta, specie di tipo domiciliare, e i centri di raccolta dei rifiuti, che facilitano cittadini ed imprese nel conferire a brevi distanze tipi di rifiuto che costerebbe troppo andare quotidianamente a raccogliere strada per strada. Riguardo alla gestione dei rifiuti organici, viene incentivato sia l’auto-compostaggio in loco, sia il recupero energetico a monte del compostaggio presso i tradizionali impianti di trattamento già presenti in Piemonte.
È prevista anche la possibilità di trattamenti finalizzati a migliore le performance energetiche degli stessi rifiuti, mediante la produzione di combustibile.
mbocchio
VI Commissione (Cultura e Istruzione)
La Commissione non si è riunita questa settimana.