Consiglio Regionale del Piemonte

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Lavori in Commissione, 28 ottobre

Disegno di legge contro la violenza sulle donne

 

In quarta Commissione, presieduta da Domenico Ravetti, a seguito delle consultazioni, ha preso il via l’esame del disegno di legge numero  142 “Interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere per il sostegno alle donne vittime di violenza ed ai loro figli", presentato dalla Giunta regionale. A illustrarlo, nel corso della seduta del 28 ottobre, l’assessore Monica Cerutti, la quale ha spiegato che “si tratta di una specificazione del disegno di legge 114 che riguarda tutte le discriminazioni, con l’intenzione di meglio specificare quelle di genere”.

Inoltre, il testo, ha lo scopo di diventare una sorta di “legge quadro sulle violenze contro le donne – ha aggiunto Cerutti – tant’è vero che alla fine del disegno, si abrogano due provvedimenti attualmente vigenti, che vengono inglobati nel nuovo testo”.

La norma all’esame della quarta Commissione, precisa che “ogni forma e grado di violenza contro le donne basata sul genere, quale violenza diretta o indiretta contro una donna in quanto tale, costituisce una violazione dei diritti umani, della dignità personale, della libertà e sicurezza individuale, una lesione dell'integrità e della salute fisica e psichica, ed una limitazione al diritto ad una cittadinanza piena”. Di seguito, si specificano le azioni di prevenzione, cura e tutela poste in essere dalla Regione.

L’esame dell’articolato è stato fissato per la prossima seduta, ma in questa si è discusso sul testo in generale, con gli interventi di Gianluca Vignale (Fi), Stefania Batzella (M5s) ed Enrica Baricco (Pd). In particolare, Vignale ha proposto di mettere in rete i pronto soccorso del Piemonte, perché rilevino casi di incidenti domestici “ripetuti” e curati in strutture diverse; Batzella ha chiesto di aumentare il sostegno psicologico per le vittime di violenza; Baricco ha spiegato che bisogna incrementare il livello di informazione sulle tematiche in oggetto.

 

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Approvato l’atto di indirizzo per la programmazione della rete scolastica 2016-2017

 

Via libera a maggioranza da parte della sesta Commissione (presidente Daniele Valle) al Piano di indirizzo generale della Regione Piemonte sulla programmazione della rete scolastica per l’anno 2016-2017.

Il documento, proposto dalla Giunta  e che dovrà ora essere esaminato dall’Aula, è stato illustrato dall’assessora all’Istruzione Gianna Pentenero: fissa indirizzi e criteri generali per l’acquisizione o il mantenimento dell’autonomia degli istituti scolastici, per i punti di erogazione del servizio, per il dimensionamento delle scuole piemontesi e per i centri provinciali per l’istruzione degli adulti.

La rete scolastica piemontese, come evidenziato dall’assessora Pentenero, è caratterizzata da una significativa articolazione, che riflette la frammentarietà della distribuzione territoriale e amministrativa del Piemonte, particolarmente marcata nelle aree montane: infatti, circa 870 Comuni su 1.206 risultano avere almeno un punto di erogazione del servizio scolastico. Nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria le sedi sono numerose e diffuse in maniera capillare sul territorio piemontese, mentre sono meno numerose le sedi della scuola secondaria di primo e di secondo grado, che raccolgono mediamente un’utenza maggiore e proveniente da una fascia più ampia.

Nell’anno 2015-16 la rete scolastica piemontese risulta complessivamente formata da circa 4.300 sedi, di cui il 19% appartenenti alla scuola paritaria; il servizio statale è gestito da 584 istituzioni scolastiche autonome, di cui 12 Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (Cpia). Le autonomie riferite al primo ciclo di istruzione rappresentano oltre il 69% dell’offerta totale, di queste poco meno del 25% è ancora caratterizzato dal modello cosiddetto “orizzontale”. Si conferma quindi, anche per il prossimo anno scolastico, l’indirizzo a superare l’aggregazione “verticale” delle attuali istituzioni scolastiche costituite separatamente da Direzioni didattiche e Istituti secondari di primo grado, a favore invece di Istituti comprensivi, composti da scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, nell’ottica dell’attuazione di un progetto, che ha come caratteristiche basilari la continuità educativa, l’integrazione di competenze ed esperienze tra i docenti di vario grado e il superamento di tutte le situazioni di sottodimensionamento. Il 27% delle autonomie sta programmando e gestendo la propria offerta formativa in situazione di reggenza, ovvero in mancanza di un dirigente scolastico titolare.

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