Cure domiciliari nei Lea

Con due votazioni all’unanimità il Consiglio regionale, nella seduta del 6 settembre, ha approvato due mozioni sulle attività di assistenza tutelare domiciliare.
La prima, di maggioranza, è stata illustrata dal primo firmatario, il presidente dell’Assemblea Mauro Laus che ha sottolineato come “sia ripresa in queste ore la discussione in seno alla Conferenza Stato Regioni sullo schema di decreto sui nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza) che sostituirà quello vigente. Nell’ambito della Conferenza al Piemonte è affidato il coordinamento degli assessori alla Sanità. Quest’atto di indirizzo è un ulteriore doveroso tentativo di sciogliere l’ultimo nodo rimasto, quello del riconoscimento pieno del diritto all’assistenza tutelare nell’ambito delle cure domiciliari riservate ai malati cronici non autosufficienti. In particolare, al momento, il servizio sanitario copre il 50% dei costi di assistenza tutelare unicamente se di tipo professionale”.
Anche il primo firmatario, Davide Bono, della seconda mozione, un documento predisposto dal gruppo M5S, è intervenuto per illustrarne i contenuti.
Bono nella sostanza si è detto d’accordo con le considerazioni del presidente Laus e sulle disposizioni della mozione di maggioranza spiegando che “questo documento è ormai un po’ in ritardo ed è per questo che non ci siamo semplicemente accodati alla maggioranza ma abbiamo elaborato un nostro documento”. Si è poi rammaricato della sentenza di secondo grado, che ha ribaltato quella del Tar, con la quale il Consiglio di Stato ha definito “extra Lea” le prestazioni di assistenza tutelare alla persona non professionali. Tuttavia ha spiegato come “attraverso l’art. 5 comma 1 della legge regionale 10/2010 possa essere erogata una copertura per questi servizi tanto necessari agli assistiti, quanto utili a contenere i costi dell’assistenza”.
Nel corso del dibattito sono intervenuti per la maggioranza Andrea Appiano (Pd) e Marco Grimaldi (Sel) che hanno appoggiato entrambe le mozioni rilevando come “sia in gioco l’universalità delle prestazioni” e come “sia miope istituzionalizzare pazienti che avrebbero vantaggio alla assistenza domiciliare, oltretutto notevolmente meno costosa”.
Per il gruppo M5S è intervenuta anche Stefania Batzella che ha ricordato come “già nel dicembre del 2014” era stato approvato un simile ordine del giorno e che negare questo tipo di assistenza è una “vera e propria violazione dei diritti umani”.
Per l’opposizione di centrodestra sono intervenuti Gian Luca Vignale (FI) e Gianna Gancia (Lega Nord). “Non bastano due mozioni per lavarsi la coscienza” hanno osservato e rivolti ai banchi della maggioranza hanno rilevato il rischio “di schizofrenia politica, dal momento che la medesima compagine politica dichiara una posizione in Consiglio regionale e poi ne appoggia una diametralmente opposta in Parlamento”. Gli esponenti del centrodestra hanno anche loro propugnato l’applicazione della legge regionale 10/2010 e la necessità di inserire in quest’ambito di discussione la tematica del “testamento biologico”.