In aula l’uscita dal Piano di rientro

“Superata la fase di emergenza, possono ripartire gli investimenti”, questo il senso della relazione del vicepresidente della Giunta regionale che, su richiesta delle opposizioni, nel corso dell’illustrazione – tenutasi nella seduta del 22 novembre - del disegno di legge n. 222 “Assestamento al bilancio di previsione finanziario 2016-2018 e disposizioni finanziarie”, ha approfondito le tematiche legate all’uscita dal piano di rientro per i debiti della Sanità ottenuta ieri dal Governo.
“Dopo essere stati costretti ad azzerare gli investimenti - ha sottolineato il vicepresidente con delega al Bilancio - abbiamo portato la spesa corrente a livelli di sostenibilità e ora possiamo destinare agli investimenti alcune risorse che abbiamo liberato, questo perché abbiamo riacquistato credibilità ottenendo una situazione non concessa ad altre Regioni in difficoltà. E senza incremento della pressione fiscale". In particolare sono stati stanziati 10 milioni per l'edilizia scolastica, 10 milioni per i due nuovi ospedali del Vco e di Moncalieri, oltre 2,5 milioni per la viabilità. Ma la somma maggiore, oltre 25 milioni, andrà a coprire gli impegni della Regione sul Piano casa e sul dissesto idrogeologico. Questo anche per merito della cancellazione dei residui passivi inesigibili. Il debito della Regione Piemonte rimane comunque di un miliardo e 505milioni dei quali la metà dovuti alla Sanità e che verranno recuperati entro il 2022.
Sono poi intervenuti, come relatori (il provvedimento è stato richiamato in Aula), due consiglieri di opposizione (dei gruppi FI e M5S) e un consigliere del Pd.
“Il piano di rientro non può più essere la scusa per giustificare la mancanza di risorse per la Sanità – ha affermato l’esponente del gruppo FI - . Credo che una delle vere partite sul futuro del Piemonte si giochi da oggi sul settore della Sanità. Per questo siamo lieti di avere una Giunta e un Consiglio regionale che possono fare delle reali scelte su questa delicata materia e, non avendo più vincoli di bilancio che ci impediscono di agire, avremo la possibilità di articolare in modo differente le compartecipazioni ai servizi”.
Secondo il relatore del gruppo M5S, “Siamo consci delle gravi responsabilità delle Giunte regionali a partire dal 2005, il disallineamento delle spese è iniziato in quel periodo. Secondo il piano di ammortamento del disavanzo, approvato con le due delibere di Consiglio, si nota un consistente spostamento in là negli anni di copertura di deficit e disavanzo, per cui le riduzioni di spesa non iniziano prima del 2019. Abbiamo bisogno di una documentazione più chiara. Vogliamo capire se si prosegue solo con risparmi oppure se vi è una nuova fase”.
“Le opposizioni tendono a minimizzare il lavoro fatto per uscire dal piano di rientro” ha esordito il relatore di maggioranza. “Abbiamo evitato ‘l’assalto alla diligenza’ con le risorse che si sono liberate – ha continuato l’esponente del gruppo Pd – per dare priorità ai temi sociali e per la prima volta, è possibile indicare correttamente le risorse delle quali possono disporre i consorzi socio assistenziali. Abbiamo anche risorse certe sulle borse di studio e sul diritto allo studio. In campo culturale si potrà garantire la stabilità agli operatori del settore”.
Conclusa la seduta, si è riunita la I Commissione permanente con all’ordine del giorno l’illustrazione degli emendamenti dell’Esecutivo da parte del vicepresidente della Giunta regionale.