Consiglio Regionale del Piemonte

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Lavori in Commissione, 7 dicembre

Montagna, turismo e caccia

Nella seduta della III Commissione, presidente Raffele Gallo, sono state toccate diverse materie nel corso dell’esame di due proposte di deliberazione della Giunta regionale e di un disegno di legge.

I lavori si sono aperti con l’intervento dell’assessore regionale alla Montagna, Alberto Valmaggia, che ha illustrato la proposta di atto deliberativo concernente le azioni di iniziativa dell’Esecutivo ammissibili ai finanziamenti della legge regionale 3/2014 (Legge sulla montagna).

Si tratta di suddividere una quota, non superiore al 10%, del Fondo regionale per la montagna 2016 tra determinati soggetti beneficiari individuati, una somma corrispondente a 145mila euro.

La proposta della Giunta regionale ha ricevuto il parere preventivo favorevole con voto a maggioranza. Infatti le opposizioni di centrodestra e del gruppo M5S hanno espresso perplessità sulla scelta degli enti beneficiari, come per esempio l’Uncem Piemonte, non considerato perfettamente terzo rispetto agli schieramenti politici presenti nella nostra regione ed a livello nazionale.

L’assessore regionale al Turismo, Antonella Parigi, ha invece illustrato i criteri per l’assegnazione e l’erogazione dei contributi a favore delle pro loco sempre per il 2016. In questo caso la disponibilità è di mezzo milione di euro che, essendo particolarmente ristretti i tempi tecnici, vengono distribuiti attraverso una convenzione con Unipli (Unione nazionale pro loco d’Italia), come organismo di assistenza tecnica. Anche in questo caso sono stati similari i rilievi delle minoranze, tuttavia, il parere preventivo sulla proposto di deliberazione è stato favorevole con votazione all’unanimità.

Conclusa la discussione generale il 15 novembre, è iniziato l’esame dell’articolato del disegno di legge n. 219 che modifica la legge finanziaria del 2012 per individuare alcune specie da inserire tra quelle non cacciabili. In risposta agli interventi del consigliere del gruppo FI, Gian Luca Vignale, l’assessore regionale competente, Giorgio Ferrero, ha ribadito che il provvedimento è destinato a sanare con urgenza una situazione non voluta da nessuna delle parti interessate al calendario venatorio. Sino alla fine della seduta, comunque, è proseguita l’illustrazione di numerosi emendamenti all’art. 1 della legge da parte di Vignale.

Nel corso dei lavori, anche in applicazione di una mozione approvata dall’Aula il 16 giugno 2015 e su richiesta delle amministrazioni comunali interessate, è stata decisa l’audizione dei comuni del Pinerolese in merito alla costituzione dell' Oil Free Zone per il 15 dicembre (ore 9.30), in seduta congiunta con la V Commissione.

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Archeologia industriale e politiche della casa

La seconda Commissione, presieduta da Nadia Conticelli, nella seduta del 7 dicembre ha affrontato diversi argomenti, cominciando con l’affrontare la questione del  parere consultivo in merito alla proposta di legge numero 150 “Interventi per la valorizzazione e la promozione del patrimonio di archeologia industriale”, presentata dai Francesca Frediani (M5s).

L’assessore Alberto Valmaggia ha spiegato che nel piano paesaggistico in fase di approvazione “sono già stati censiti oltre 700 siti di archeologia industriale, dal grande interesse storico”. Quanto alla salvaguardia e alla fruizione del patrimonio presente in Piemonte, “esistono già leggi che tutelano questi siti, a cominciare dalla legge 14”. Per questi motivi, di fatto, l’assessore ha espresso un parere negativo sulla proposta di legge 150. Sono intervenuti quindi i consiglieri M5s, Paolo Mighetti, Davide Bono e la proponente Frediani, esprimendo "stupore per questo repentino cambio di situazione. In sesta Commissione avevamo già affrontato la questione e nulla pareva ostare al proseguimento dell’iter per una legge a tutela del patrimonio d’archeologia industriale”. Dopo un lungo dibattito nel quale sono intervenuti commissari di maggioranza e di opposizione e dopo che l’assessore e la presidente Conticelli hanno ribadito le posizioni di maggioranza, si è comunque addivenuti a uno slittamento della votazione del parere. In quest’ottica si è deciso di istituire quanto prima un gruppo di lavoro informale con la sesta Commissione.

Valmaggia, poi, ha tenuto un’informativa sulla questione “extraoneri”, più precisamente in merito alla determinazione del maggior valore generato da interventi su aree o immobili in variante urbanistica, chiarendo che “ci si riferisce esclusivamente alle valorizzazioni dl patrimonio privato”.

E’ stata quindi la volta dell’assessore alle politiche della casa Augusto Ferrari, che ha relazionato in merito alla situazione relativa all’Agenzia Territoriale per la Casa del Piemonte Nord. Ferrari ha spiegato che la nuova Atc, la quale raggruppa le province di Novara, Vco, Biella e Vercelli, si trova oggi a dover gestire oltre 23 milioni di disavanzo, accumulatisi negli anni e riguardanti per oltre 20 milioni morosità non recuperate. Tale ammanco è stato verificato da una perizia commissionata a Deloitte, che ha anche rilevato sistemi di controllo molto diversificati tra le varie Atc raggruppate, la mancanza di procedure organizzate per il recupero crediti e in generale altre situazioni da migliorare. Per il disavanzo, “la Giunta sta approntando una delibera – ha chiarito Ferrari – con cui si autorizza l’Atc ad accantonare 7-800mila euro l’anno, per far fronte in una trentina d’anni alle somme mancanti, che non rappresentano tuttavia un debito verso gli istituti di credito, trattandosi semplicemente di crediti da considerarsi oggi inesigibili, salvo buon fine delle procedure di recupero che saranno poste in essere.

Ferrari, infine, ha riferito circa le prime determinazioni sul disegno di legge numero 229 “Disposizioni in materia di decadenza dall'assegnazione degli alloggi di edilizia sociale. Modifiche alla LR 3/2010”. In generale, ha chiarito che non si tratta di sanatorie ma esiste un’impellente necessità di governare il fenomeno delle decadenze dall’assegnazione di alloggi di edilizia sociale, causate da morosità degli assegnatari, che sta assumendo dimensioni particolarmente rilevanti, tali da causare conseguenze ingestibili sul piano sociale. Sono 6.500 le decadenze dichiarate in tutto il Piemonte, di cui solo il 30% pronunciate e il 6% eseguite. Si ritiene necessario intervenire (articolo 1) abrogando il termine perentorio dei tre mesi per l’avvio del procedimento di decadenza, sospendendo inoltre, a garanzia delle posizioni degli assegnatari, i procedimenti avviati ai sensi di tale norma (articolo 2).

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