Consiglio Regionale del Piemonte

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La legge sui luoghi di culto inizia l'iter

La Commissione Urbanistica oggi ha iniziato la discussione del progetto di legge, presentato dal consigliere del Gruppo Misto - Movimento nazionale per la Sovranità, sulla realizzazione di nuovi edifici destinati all'esercizio del culto e sulla modifica delle norme urbanistiche inerenti. Sono stati nominati relatori di minoranza due consiglieri di Mns e del M5s e di maggioranza il consigliere di Sel. La Pdl "disciplina la realizzazione di nuovi edifici destinati all'esercizio del culto, la loro ristrutturazione o il cambiamento di destinazione d'uso edilizio o di destinazione urbanistica da parte delle confessioni religiose".

Durante la trattazione iniziale del provvedimento è stato inoltre stabilito che vengano effettuate le consultazioni online con i soggetti interessati. Il primo elenco di consultati (che potrà ancora essere integrato) comprende anche i rappresentanti della Chiesa cattolica, della Comunità ebraica, dei Valdesi, degli Ortodossi, degli Evangelici, dei Mormoni, dei Luterani, dei Buddisti, degli Induisti e di una ventina di diverse comunità e associazioni di cultura islamica (poichè i musulmani non hanno una struttura clericale gerarchica).

"Testi di legge simili a questo - afferma la presidente della II Commissione - sono già stati presentati in altre Regioni e due proposte di legge sull'argomento sono depositate in Parlamento. Ci sono dubbi di incostituzionalità legate all'articolo 117 della Costituzione sulla potestà legislativa delle Regioni e all'articolo 8 sul riconoscimento delle varie confessioni religiose. Pur tenendo presente questo problema, se il presentatore mantiene la Pdl, la Commissione la discuterà e la metterà ai voti".

"La proposta di legge - ha spiegato il primo firmatario (Mns) - prevede anche l'istituzione di un Registro pubblico delle moschee ed un Albo regionale degli Imam perchè oggi esistono moltissimi Centri culturali islamici che in realtà sono vere e proprie moschee".   

Nella seconda parte della seduta la Commissione Urbanistica - con la presenza dell'assessore ai Trasporti - ha affontato anche il tema del 'Regolamento edilizio tipo' a cui tutti i Comuni dovranno adeguarsi per rendere omogenea la normativa su tutto il territorio nazionale. Su questo argomento la Commissione Urbanistica ha già attivato un Tavolo di lavoro che sta proseguendo le sue riunioni sulla base di un testo del Regolamento formato da 130 articoli. 

fcalosso

 

Dal Corecom via libera alle audizioni anche in par condicio

Le audizioni nelle Commissioni regionali sono possibili anche in periodo di par condicio, essendo a tutti gli effetti attività istituzionale. È questo, in sintesi, il parere espresso dal presidente del Corecom Piemonte, Alessandro De Cillis, che era stato interrogato sul punto da Palazzo Lascaris.

In una seduta congiunta tra prima e terza, i commissari hanno preso atto della nota proveniente dal Comitato regionale per le comunicazioni subalpino, in riferimento alla proposta di deliberazione al Consiglio regionale 229 "Direttive e indirizzi strategici assegnati a Finpiemonte Spa nel quadro della programmazione regionale per il triennio 2017-2019", connessa alla qualifica di intermediario finanziario iscritto all'Albo unico di Banca d'Italia.

In generale, comunque, il Corecom nella sua nota precisa che l’attività di consultazione in oggetto è prevista dallo Statuto della Regione Piemonte e il regolamento del Consiglio precisa che “le Commissioni permanenti e speciali hanno facoltà di sentire, in funzione della materia trattata, i rappresentanti e i dirigenti degli enti locali, i sindacati, i lavoratori, le organizzazioni di categoria, le associazioni, le istituzioni scientifiche e culturali e gli altri organismi sociali”.

“Tale dispositivo normativo porta a ritenere che la funzione di cui si tratta, rientri a pieno titolo nell’attività istituzionale del Consiglio regionale”, chiarisce il Corecom. Ecco perché “si ritiene limitatamente al caso di specie, che l’attività di consultazione sia compatibile con il divieto di comunicazione istituzionale previsto dalla legge 28/200”. 

gmonaco