Consiglio Regionale del Piemonte

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Il protocollo tra Regione e Telecom

Un protocollo d'intesa tra Regione e Telecom per armonizzare le strategie d'azione e di investimento sulle infrastrutture e i servizi dell'Agenda digitale. Questo il tema del dibattito scaturito in Aula dopo le comunicazioni dell'assessora alle Attività produttive.

“Con la sottoscrizione del presente Protocollo di Intesa le Parti si danno reciprocamente atto della propria volontà di avviare una attività di collaborazione, finalizzata alla individuazione di soluzioni operative idonee a soddisfare le esigenze della collettività negli ambiti di interesse: Cittadinanza digitale; Istruzione; Sanità; Mobilità intelligente; Innovazione tecnologica”, così lo schema di protocollo d’intesa, tra Regione Piemonte e Telecom Italia Spa, deliberato il 22 maggio dalla Giunta regionale e sul quale il gruppo consiliare M5s ha chiesto una comunicazione all’assessora regionale alle Attività produttive.

“Il protocollo afferma che in un ambito precompetitivo e in una forma pubblica aperta – ha spiegato l’assessora - la Regione si impegna a ragionare con Telecom su questi temi. Ambiti sui quali ci impegnamo ad armonizzare le nostre strategie d’azione e di investimento sulle infrastrutturazioni e i servizi dell’Agenda digitale. Questo confronto con un importante operatore privato è volto a farci svolgere un ruolo di regia e di indirizzo degli investimenti delle attività dei privati come avviene anche con il Polo di innovazione dell’Ict e con la Fodazione Torino wireless che, tra l’altro, gestisce anche il polo Ict nazionale. In questo modo possiamo coinvolgere anche il sistema delle Pmi”.

Dopo la comunicazione si è aperto un dibattito con numerosi interventi dei componenti del gruppo M5s e l’intervento del presidente del Movimento nazionale per la Sovranità del Gruppo misto.

Gli esponenti pentastellati si sono chiesti “come si sia arrivati a questo protocollo tra un ente pubblico e un soggetto privato. Perché si è deciso di mettere in mano a un soggetto privato delle funzioni che potevano essere svolte dal Csi”. L’affermazione proveniente dai banchi del gruppo M5s è stata fatta in riferimento alla comunicazione della scorsa settimana sul politiche regionali nei confronti del Csi, compreso l’eventuale rischio occupazionale per un migliaio di dipendenti del Consorzio, che sono in possesso di pregiate professionalità in campo Ict e che potrebbero essere impiegate negli ambiti oggetto del protocollo con Telecom. “Sarebbe ora di fare un bel dibattito complessivo sui temi dell’Ict e dell’Agenda digitale anziché discuterne su i vari aspetti di volta in volta in modo improduttivo” su un settore, secondo gli esponenti pentastellati abbandonato da anni a se stesso nonostante le tematiche importantissime come la lotta al digital divide e l’informatizzazione della sanità. “Cosa c’è dietro questo accordo?” è la domanda posta dal gruppo M5s.

“Il tema è relativo all’evidenza pubblica nella individuazione del contraente” ha esordito nel suo intervento il capogruppo del Movimento nazionale che ha proseguito rilevando come, “all’interno del nostro paese esistono anche altri operatori che hanno fatto investimenti di infrastrutturazione tecnologica almeno pari a quelli operati dalla Telecom. Inoltre, su queste azioni, sarebbe importante valutare l’utilizzo del personale che abbiamo in carico al Csi”.

L’assessora ha replicato rivendicando la massima trasparenza dell’azione amministrativa svolta per arrivare alla firma del protocollo da parte della Giunta regionale ed ha precisato che “la richiesta di un tavolo di lavoro è arrivata dalla Telecom. Ci comporteremo nello stesso modo con chiunque ci chieda di lavorare insieme. Nessuna intenzione di precostituire un vantaggio verso un operatore di mercato. Auspico che con tutti i grandi operatori e con la rete di Pmi si possa fare così.

Non esiste correlazione alcuna tra questo protocollo con Telecom e la vicenda che riguardano Csi. È oltremodo fuorviante, oltre che strumentale, individuare un nesso tra le due cose”.