Il Piemonte e le sanzioni alla Russia

Gli effetti che le sanzioni alla Russia hanno avuto sull’economia piemontese, secondo i dati di Unioncamere che la Giunta regionale ha condiviso nel suo lavoro di monitoraggio, ci dicono che nel 2013l l’export pesava il 2%. A fine 2016, le sanzioni incidono per l’1,2%, quindi c’è stata, una riduzione dello 0,8%, che - se lo si misura come calo dell’export totale del Piemonte verso la Russia - vuol dire un meno 36% . Il settore più colpito è quello agroalimentare, che ha avuto una perdita superiore al 90%. .
È quanto ha riferito il presidente della Giunta regionale in Aula, a seguito della richiesta di comunicazioni da parte del consigliere di Fdi in marito all’attuazione dei punti del dispositivo dell’ordine del giorno che era stato approvato all’unanimità il 27 luglio 2016, riguardante le iniziative da porre in atto il superamento delle misure restrittive.
La perdita più grande è stata quella che riguarda i prodotti agricoli, con circa il meno 97%, a cui fanno seguito il manifatturiero (meno 35%), i macchinari (meno 45%), gli apparecchi elettrici (meno 40%), i servizi di informazione e comunicazioni (meno 65%). Per contrasto, il totale dell’export piemontese nel mondo fa registrare una crescita del 7,3%. L’export totale piemontese, nello stesso arco temporale, cioè 2013-2016, è cresciuto del 7,3%.
Questo vale anche nei settori più colpiti dalle sanzioni, perché analizzando i prodotti dell’agricoltura, per fare un esempio, mentre l’esportazione piemontese verso la Russia scende quasi del 100 % (il totale dell’export nel settore dell’agricoltura verso il mondo sale del 23,2%. L’unico decremento vistoso è quello dei settori che trattano i prodotti petroliferi, originato probabilmente dal calo che vi è stato nei prezzi del petrolio.
Secondo lo stesso presidente della Giunta, l’ economia piemontese si è riposizionata e, utilizzando al meglio le dinamiche del mercato globale, ha saputo guardare ad altri mercati in modo da compensare anche nei settori più critici, le cadute che vi sono state nei confronti della Russia. Ci sono dei paesi – come la Bielorussia e l’Azerbaigian - che sono stati individuati da numerosi produttori come sorta di rampe di lancio verso il continente eurasiatico di cui la Russia fa parte.
Per quanto riguarda il sostegno all’internazionalizzazione, la Regione sta perseguendo politiche mirate, come la misura triennale nell’ambito del Por-Fesr 2014-2020, con la finalità specifica dell’incremento del livello di internazionalizzazione dei sistemi produttivi. L’obiettivo è favorire soprattutto le piccole e medie imprese, in otto filiere produttive di eccellenza: l’aerospazio, l’automotive, la meccatronica, la chimica verde, la salute e il benessere, il tessile, l’agrifood, l’abbigliamento e l’alta gamma di design.
A queste vanno aggiunte due altre misure, una prevista dal Fea per i prodotti Igp o bio e l’altra prevista per il vino.
A conclusione delle comunicazioni, è stato annunciato che l’assessora regionale alla Cultura sarà a San Pietroburgo per promuovere il Museo Egizio e per un’operazione più ampia a sostegno del turismo piemontese in Russia. È poi stato ricordato come anche il Politecnico di Torino e la Gazprom abbiano sottoscritto un importante accordo che prevede intese per l’avvio di progetti di ricerca e di formazione.
Il presidente della Giunta ha poi precisato che i primi due punti del dispositivo dell’ordine del giorno, quelli che chiedevano interventi diretti presso il Governo e la Conferenza Stato-Regioni, riguardano la materia specifica della politica estera che esula dalle competenze regionali.
Nel successivo dibattito, lo stesso rappresentante di Fdi ha contestato i dati esposti, sottolineando come si stiano subendo i danni per una guerra che non appartiene all’Italia, visto che il nostro paese non ha alcun onere di partecipazione al conflitto ucraino. Ha poi parlato anche di manipolazioni da parte della stampa internazionale.
Gli esponenti del M5S hanno sostenuto che la vicenda è alquanto controversa, ribadendo la necessità del mantenimento degli scambi commerciali.
Per la Consigliera di Forza Italia infine, per quanto riguarda l’internazionalizzazione, ci sarebbe l’incapacità della Regione a guidare le imprese verso nuovi mercati, di fatto lasciando il tutto ad una sorta di “fai da te”.