Cittadinanza, a rischio la partecipazione di Farhan ai Mondiali

Il presidente del Comitato Diritti Umani ha ricevuto stamattina a Palazzo Lascaris Farhan Hadafo, l’atleta paralimpico ventenne di origine somala che, anche grazie all’intervento del Comitato Diritti Umani, la scorsa settimana ha ottenuto la cittadinanza italiana dopo una lunga battaglia burocratica.
Farhan, che ha ringraziato il presidente e il Comitato, ha però lanciato un allarme perché il suo calvario rischia di non essere finito. Il sogno di partecipare ai Campionati mondiali che si terranno a Londra nel prossimo luglio potrebbe infrangersi ancora una volta contro la burocrazia perché, pur essendo ora cittadino italiano, occorrerebbero altri due mesi per ottenere i documenti di identità. Che potrebbero non arrivare in tempo per la convocazione.
“Purtroppo nel nostro Paese non basta lottare per conquistare dei diritti – ha commentato il presidente del Consiglio regionale - ma bisogna anche combattere perché questi diritti vengano rispettati. Non è pensabile che non vi siano certezze: c’è una legge che norma la cittadinanza. Farhan Hadafo aveva diritto a essere cittadino italiano in base a quella legge. Perchè ha dovuto subire un vero e proprio calvario? E, quello che è più grave, come possiamo tollerare che oggi la burocrazia potrebbe addirittura negargli la partecipazione ai Mondiali? Le istituzione tutte hanno il dovere di monitorare e intervenire per risolvere situazioni di questo tipo. Come presidente dell’Assemblea piemontese e del Comitato Diritti Umani da sempre mi impegno su questi temi e continuerò a farlo con forza e determinazione. Perché la storia di Farhan Hadafo e di tutte le persone che si vedono calpestato un diritto non debbano più ripetersi”.
Farhan Hadafo ha vent’anni, vive a Torino e aveva portato per la prima volta la Somalia alle Paralimpiadi, non solo gareggiando ma facendo addirittura il portabandiera a Rio 2016. Una favola iniziata nella palestra dell'istituto Manzoni di Torino, ai tempi delle medie, grazie a due insegnanti, di ginnastica e di sostegno. Vive a Torino da quando di anni ne aveva sei, ospite di una zia. Ha una patologia rara, l’artrogriposi multipla congenita. Fahran solitamente corre i 100m. con una carrozzina nuova di zecca, settata su misura per lui: per acquistarla – la sua era vecchia e pesante, agli inizi addirittura correva con la carrozzina da passeggio – si è mobilitata tutta la comunità di San Salvario e della sua vecchia scuola, insieme ai “nuovi” amici del Parco Ruffini, dove si allena.
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