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Protezione internazionale e immigrazione

“L'approvazione della Legge 46/2017, la cosiddetta "Legge Minniti" per accelerare i procedimenti di protezione internazionale e contrastare l’immigrazione illegale, dà vita a uno scenario complesso e a problematiche molto delicate: sono in discussione valori fondamentali della ‘società aperta’ nelle democrazie occidentali moderne. L’esigenza etica dell’accoglienza si confronta con la paura dello sconosciuto e del diverso, le necessità del controllo con le tentazioni del respingimento. Un vero e proprio terreno minato su cui camminano i diritti umani”. Con queste parole il garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Bruno Mellano ha aperto mercoledì 28 giugno a Palazzo Lascaris il convegno “Dal Centro identificazione ed espulsione (Cie) al Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr): le novità della legge 46/2017”, da lui organizzato.

Con l’assessora regionale all’Immigrazione Monica Cerutti sono intervenuti il prefetto di Torino Renato Saccone, la direttrice del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino Maria Laura Scomparin, ordinaria di Diritto processuale penale, l’Eligibility Expert presso l’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati Elena Atzeni, il componente dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) Guido Savio e la componente dell’Ufficio nazionale del garante delle persone detenute o private della libertà personale Emilia Rossi.

Il prefetto Saccone ha puntualizzato che il provvedimento "si pone nell'ambito di una scelta di fondo che è la strategia dell'accoglienza e, quando si decide di sostenere una politica dell'accoglienza non fondata su muri e ostacoli è necessario avere un sistema di legalità che funziona. Accorciare i tempi per le procedure di identificazione all'interno dei Centri, per esempio, è fondamentale per la dignità delle persone".

La professoressa Scomparin e l'avvocato Savio hanno messo in rilievo alcuni limiti della legge, a cominciare dal fatto che non prevede modalità e diritti di accesso per le unità di crisi (i cosiddetti "hot spot") per i garanti regionali e comunali dei detenuti e che istituisce il rito camerale per le sentenze, "che non è incostituzionale, ma viola senza dubbio il diritto costituzionale al principio di uguaglianza e al diritto di difesa riducendo i gradi di giudizio da tre a uno".

Elena Atzeni, facendo riferimento ai dati resi noti dall'Alto Commissariato dell'Onu in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, che si è celebrata il 20 giugno, ha sottolineato che nel 2016 sono state 75,6 milioni le persone costrette ad abbandonare la propria casa e, mentre l'84% si è rifugiato in Paesi in via di sviluppo confinanti con la propria nazione nella speranza di poter far ritorno, solo il 5% è stato costretto a far rotta verso l'Europa.

Per Emilia Rossi i principi che regolano la legge devono trovare attuazione soprattutto per quanto riguarda il rispetto della dignità umana "prospettando l'esercizio effettivo all'informazione e alla conoscenza affinché chi è trattenuto sia consapevole e informato su tutti i diritti di cui dispone; prevedendo procedure normative per il reclamo da parte di chi è trattenuto alle autorità garanti e immaginando un ingresso migliore e maggiore della società civile all'interno dei Centri di trattenimento, magari attraverso gli organi d'informazione, per consentire un primo momento d'integrazione con la società tutta intera".

L'assessora Cerutti, al termine dei lavori, ha dichiarato che "di fronte a una situazione tanto complessa non esiste una soluzione ma ne esistono diverse. A differenza di quanto fa la legge, la Regione si sta impegnando ad affrontare il tema dell'immigrazione separatamente da quello della sicurezza, pur senza sottovalutarli. Venerdì, per esempio, si terrà un incontro in Prefettura per esaminare opportunità d'inserimento sociolavorativo perché per vincere le diffidenze è importante far tutto il possibile per instaurare relazioni tra ospitati e comunità ospitanti". 

All'incontro erano presenti, tra gli altri, la garante regionale dell'infanzia e dell'adolescenza Rita Turino, il difensore civico Augusto Fierro, il vicepresidente del Consiglio regionale Nino Boeti e i consiglieri Andrea Appiano, Gian Paolo Andrissi, Stefania Batzella, Nadia Conticelli, Giovanni CorgnatiFrancesca FredianiMarco Grimaldi e Maurizio Marrone.

I fatti in breve

  • Mercoledì 28 giugno Palazzo Lascaris ha ospitato il convegno “Dal Centro identificazione ed espulsione (Cie) al Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr): le novità della legge 46/2017”.
  • L'evento è stato organizzato dall'Ufficio del garante regionale dei detenuti.
  • Con il prefetto di Torino e l’assessora regionale all’Immigrazione sono intervenuti numerosi studiosi ed esperti.

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