Residenzialità psichiatrica, chiesta la dilazione dei termini

“Prevedere una dilazione dei termini di adeguamento” alle nuove linee di indirizzo previste dalla delibera della Giunta regionale di revisione della residenzialità psichiatrica.
Questo è quanto prevede, in sintesi, l’ordine del giorno della maggioranza, primo firmatario Andrea Appiano (Pd), approvato a maggioranza al termine del dibattito nella seduta straordinaria del Consiglio regionale del 17 ottobre, per consentire una opportuna applicazione della delibera, nonché una corretta revisione e armonizzazione della stessa residenzialità e della domiciliarità in psichiatria.
Nella seduta straordinaria che era stata richiesta dall’opposizione, primo firmatario Gian Luca Vignale (Mns), si è sviluppato un approfondito dibattito che ha visto numerosi interventi di maggioranza e opposizione.
Tra questi lo stesso Vignale, che ha anche presentato una mozione, respinta dall’Aula, per impegnare l’Esecutivo “a differire per 12 mesi l’applicazione” della delibera sulla revisione della residenzialità psichiatrica. L’esponente del centrodestra ha illustrato la richiesta della seduta asserendo che “fino a oggi il sistema della psichiatria piemontese si basava sul principio di garantire gratuitamente cure e riabilitazione sanitaria a chi era affetto da una patologia mentale. L’attuale atto invece prevede che mille pazienti, che erano curati e assistiti all’interno di gruppi appartamento o comunità alloggio, da domani avranno solo diritto all’assistenza e non alla cura. È una vera sottrazione al diritto di cura. Inoltre il passaggio dalla cura gratuita all’assistenza a pagamento graverà su centinaia di famiglie e comuni”.
Secondo Claudia Porchietto (FI) “il Partito Democratico, ormai avendo superato ampiamente la metà del mandato, continua a tornare a chiamare in causa quanto ereditato. Questo argomento non regge più: se c'era da correggere la rotta il centrosinistra doveva averlo già fatto. Se non avessimo chiesto questo Consiglio straordinario, raccogliendo le preoccupazioni dei cittadini, avremmo avuto 1.800 pazienti che rischiavano di uscire dalla rete assistenziale e dipendenti che sarebbero rimasti a casa”.
Davide Bono (M5s) primo firmatario di una mozione, respinta dall’Aula, che chiedeva oltre alla dilazione dell’applicazione anche la revisione della delibera, ha affermato che il suo gruppo “continuerà a sostenere la modifica dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) e che la residenzialità psichiatrica debba essere considerata servizio sanitario, salvando anche molti posti di lavoro. Chiedo alla Regione di fare il possibile per non lasciare per strada le persone, evitando ulteriori ricorsi. La riclassificazione delle strutture della residenzialità psichiatrica alla luce della Dgr ridurrà le ore di psichiatri e psicologi trasformando l’assistenza clinica in una sorta di ‘badanza’ a cura dei normali operatori socio sanitari”.
"Si tratta – ha dichiarato Davide Gariglio (Pd) - di un settore della sanità delicato: siamo soddisfatti della decisione del Tar sulla legittimità della delibera, eravamo certi che l’iter tecnico e burocratico fosse stato rispettato, ma i problemi rimangono e il lavoro di accompagnamento a seguito delle modifiche introdotte va avviato con le famiglie e tutti gli operatori; nel processo di attuazione della delibera - rimarca - si devono valorizzare tutte la realtà che negli anni hanno erogato servizi ben più avanzati dei livelli essenziali previsti dai livelli essenziali di assistenza (Lea)".
Appiano ha precisato come sia necessario, a monte, operare un passo in avanti culturale, maturando la consapevolezza che l’efficienza dei servizi e l’efficacia delle prestazioni terapeutiche dipendono, in ultima istanza, da una presa in carico globale e multidisciplinare del paziente. Bisogna giungere a un modello organizzativo che vada oltre la rigida distinzione tra ambito sanitario e ambito socio assistenziale e affronti le esigenze dei malati con équipe integrate di diverse figure professionali.
“Chiediamo meno rigidità e maggiore ascolto condivisione e confronto con i territori sui temi della sanità e della psichiatria in particolar modo – ha aggiunto Valter Ottria (Art1) – ci vuole una visione che non releghi i pazienti cronici nel campo della sola assistenza. La cronicità non significa incurabilità. Dobbiamo avere strutture coerenti alle esigenze anche economiche dei pazienti, rivedendo eventualmente l’Isee per sostenere le famiglie in difficoltà”.
"Abbiamo voluto affermare alcuni principi e fissare dei punti chiari – dichiara il Capogruppo di Sel Marco Grimaldi –. Innanzitutto l’accreditamento delle strutture residenziali psichiatriche non può prescindere da una verifica di coerenza tra le istanze presentate e le necessità segnalate dalle Aziende Sanitarie, le buone pratiche sviluppate negli anni non devono essere penalizzate, ma valorizzate e diffuse. E poi, dobbiamo garantire nella prima fase di applicazione della delibera il mantenimento della spesa storica riconosciuta alla residenzialità e commisurarla ai bisogni dei pazienti, anche integrando la tariffa giornaliera con un extra budget, per garantire interventi terapeutici e di cura complessa, comunque a carico dalla sanità pubblica”.
Maria Carla Chiapello (Moderati) sul tema: "Quello della psichiatria è un settore molto delicato. Richiede pertanto attenzione e sensibilità da parte delle istituzioni. Ho apprezzato l'impegno ribadito dall'assessore. Non dobbiamo assolutamente sottovalutare le istanze che ci sono pervenute da più parti e lavorare monitorando costantemente la situazione".
L’assessore alla Sanità, Antonio Saitta, nella replica, in particolare sul problema della scarsità delle risorse, ha spiegato che “stiamo lavorando per il futuro con il collega alle Politiche sociali, Augusto Ferrari. Diversi problemi derivano dalla separazione che vi è tra assistenza e sanità. Vogliamo arrivare a una modalità che tenga conto di queste difficoltà, al limite, con un capitolo unico nel bilancio. Siamo sicuramente pronti ad accogliere tutti i suggerimenti del Consiglio regionale per un’ottima applicazione della delibera sulla residenzialità psichiatrica. L'applicazione della delibera non porterà ad alcun licenziamento né a spostamenti di pazienti fra strutture e il budget destinato al settore rimarrà invariato rispetto agli anni precedenti. Abbiamo stabilito che ci sarà una fase transitoria della durata di tre anni e sicuramenti i pazienti continueranno ad essere seguiti”.
Al termine della seduta consiliare il presidente Laus, il vicepresidente Boeti, i capigruppo e numerosi consiglieri e consigliere hanno ricevuto una folta delegazione di associazioni, enti e sindacati operanti nell'ambito dell'assistenza psichiatrica. I vari interventi hanno criticato i contenuti della delibera regionale; in particolare ci si è soffermati sui livelli occupazionali del personale, condizione essenziale per erogare un servizio efficiente ai malati e ai loro famigliari.