Verso una legge nazionale a garanzia dei diritti umani

Il Consiglio regionale del Piemonte, attraverso il Comitato per i Diritti umani, ha deciso di proporre una legge al Parlamento per l’istituzione di una Autorità nazionale indipendente per la garanzia dei diritti umani che oggi non esiste nel nostro Paese.
È quanto emerso nel corso di “100%. Con la cifra tonda i diritti fanno bis”, un evento realizzato in collaborazione con l’Associazione culturale Municipale Teatro che ha raccontato, con un format innovativo, non solo le attività svolte dal Comitato e le iniziative future ma anche i bisogni che la comunità manifesta ogni giorno.
“C’è una forte necessità – ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale e del Comitato, Mauro Laus - di promuovere la tutela dei diritti umani ed è fondamentale che nel nostro Paese ci sia un Comitato autonomo terzo alla politica. Ne abbiamo voluto uno regionale che si aprisse anche al mondo dell’associazionismo, una realtà che raccoglie quotidianamente i bisogni e le richieste delle persone, dandone così voce anche al mondo politico. Come presidente del Comitato ho a cuore che, per tutti i cittadini, possa essere garantita al più presto la tutela dei diritti collettivi all’interno dei quali trovano casa anche i diritti soggettivi”.
In occasione della giornata internazionale dei Diritti umani, a Palazzo Lascaris si sono alternati alcuni interventi portavoce di esigenze che rappresentano quelle dei cittadini e delle cittadine italiane.
In particolare Caterina Ferrua, operatrice del Progetto Colomba, ha evidenziato come sia indispensabile tutelare i diritti di coloro che vivono in zone di guerra, persone che spesso vedono calpestate la dignità, il rispetto e i valori che rendono civile una società.
Farhan Hadafo, atleta paralimpico somalo con cittadinanza italiana, ha portato testimonianza personale, evidenziando come la libertà di correre, di essere uguale a chi non ha lo stesso colore di pelle o proviene da un Paese lontano è la medesima per tutti. Nel caso di Farhan, che vive a Torino dall’età di quattro anni, il senso di umanità è prevalso su quello di appartenenza. Ha raccontato, così, il suo bisogno: quello di potersi muovere e viaggiare, perché il diritto di cittadinanza è un punto di partenza, non un traguardo irraggiungibile.
Silvano Bertalot, in rappresentanza della Comunità LGBT ha proposto al pubblico una riflessione sulla possibilità di accesso all’uguaglianza per tutti, senza distinzioni di alcun genere.
A chiudere gli interventi è stata Anna Maria Poggi, professoressa di Diritto Costituzionale dell’Università degli Studi di Torino, che, raccogliendo quanto emerso nel corso del dibattito, ha sottolineato la necessità di un organo nazionale che vigili e controlli se i diritti umani sono rispettati nel nostro Paese.
“Nell’articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo – ha proseguito Poggi - troviamo la base per comprendere cosa sono i diritti umani. Sono quelli che hanno a che fare con la dignità: tutti gli Stati dovrebbero trattare le persone in modo ‘dignitoso’, cioè rispettoso dell’essere umano, indipendentemente dall’origine, dalla provenienza e dalla situazione economica e sociale. I diritti che possiamo definire strettamente connessi alla dignità umana sono certamente quelli che riguardano la libertà personale, una cura particolare dei minori, delle donne, degli anziani e di tutti coloro che possono trovarsi in posizione di fragilità, essere assistiti e curati in caso di bisogno, avere assistenza legale nei processi in caso di necessità economica e non essere ridotti in schiavitù nel mondo del lavoro”.
Serve, quindi, nel nostro Paese un’Autorità che promuova e vigili sul rispetto di questi diritti?
“Oggi in Italia – ha concluso Poggi - se qualcuno deve far valere un diritto di questo genere deve rivolgersi ad un avvocato e poi ad un giudice, con costi economici e personali non da poco. L’Autorità, di cui il Consiglio regionale propone l’istituzione, può essere attivata ed attivarsi senza avvocati e giudici, senza ricevere compensi da parte di chi vi si rivolge. Non solo, può fare giustizia per tutti coloro che si trovano in una determinata situazione. L’obiettivo è quello di dare spazio e voce ai diritti umani negati che non riescono ad emergere per mancanza di mezzi”.
Nel corso della rappresentazione sono stati poi letti alcuni versi della poesia “Diritto di essere un bambino” di Madre Teresa di Calcutta.
All’evento hanno partecipato la vicepresidente del Comitato, Enrica Baricco, la vicepresidente del Consiglio regionale, Daniela Ruffino e le consigliere Silvana Accossato (MdP) e Gianna Gancia (Lega Nord).