Informativa Finpiemonte

Con una congiunta di prima e terza Commissione, presieduta da Vittorio Barazzotto e Raffele Gallo, si è svolta questa mattina l’informativa sulla situazione di Finpiemonte, alla presenza del vicepresidente Aldo Reschigna, dell’assessora Giuseppina De Santis, nonché del presidente di Finpiemonte Stefano Ambrosini e della direttrice Maria Cristina Perlo.
Dopo un’introduzione di Ambrosini con cui è stata illustrata ai commissari la politica dei controlli interni a Finpiemonte, sono cominciati gli interventi dei presenti.
Gianluca Vignale (Mns) ha chiesto come, in presenza di tante e tali cautele, sia stato possibile il verificarsi degli ammanchi di cui l’indagine penale si sta occupando. Marco Grimaldi ha domandato se esistano altre operazioni all’estero compiute da Finpiemonte, criticandone l’opportunità; è anche intervenuto circa i controlli antimafia che si fanno in presenza di rilevanti operazioni. Claudia Porchietto (Fi) ha paventato che, in considerazione delle nuove e più ampie competenze affidate alla partecipata, non sia più da ritenersi sufficiente il sistema di controlli attuale.
Roberto Ravello (Fdi) ha puntato sulla responsabilità politica della vicenda, poiché nell’aprile 2016 sono stati dettagliatamente definiti gli ambiti di indirizzo e controllo della Regione Piemonte nei confronti della finanziaria regionale, rivolgendosi esplicitamente alla Giunta. Alessandro Benvenuto (Ln) ha rilevato a sua volta che le scelte fatte sono di natura politica e che esistono precise responsabilità dell’esecutivo per l’investimento in Svizzera. Francesca Frediani (M5s) si è detta preoccupata che le difficoltà di Finpiemonte possano ripercuotersi anche nell’erogazione dei fondi Por-Fesr. Davide Gariglio (Pd) è intervenuto rilevando la fragilità dei controlli, chiedendo se anche all’epoca dei fatti fosse presente un sistema automatico di allerta sulla movimentazione del denaro.
Ha quindi preso la parola il vicepresidente Reschigna, spiegando che “abbiamo voluto questa commissione congiunta proprio per discutere le modalità di un sistema dei controlli che possa reggere anche a comportamenti fraudolenti. Ci sono comunque da tempo atti di indirizzo della Giunta che impegnano la finanziaria alla gestione della liquidità non in operazioni a rischio, e ci risulta che l’ordinarietà corrisponda tuttora a questi indirizzi. Certo esiste la necessità di adeguare la struttura organizzativa a questo nuovo ruolo e in questo senso ci sono già state delle decisioni operative. Tali vicende, affrontate dalla Giunta regionale con responsabilità e decisione, non stanno determinando alcun rallentamento in Finpiemonte nella gestione delle leggi regionali e degli asset conferiti”.
Ambrosini, nel primo giro di risposte, ha voluto specificare di aver assunto l’incarico di presidente il 2 agosto, dopo i fatti oggetto d’indagine. Finpiemonte aveva approntato un disciplinare per l’apertura di un conto corrente di liquidità che potesse avere il miglior tasso possibile. L’istituto Vontobel di Zurigo, accreditato con una tripla A, aveva offerto il 2 per cento e quindi era stato scelto. Non si trattava pertanto di un investimento, né a basso né ad alto rischio, ma di un conto corrente. A seguito di un blocco del sistema home banking su tale conto a inizio giugno, già il 9 dello stesso mese, Finpiemonte aveva richiesto la chiusura del conto stesso. Quindi la struttura aveva vigilato. In seguito a tale richiesta, sono emersi fatti oggetto d’indagine. Quella in esame, ha risposto a Grimaldi, è l'unica operazione all'estero di Finpiemonte.
Il presidente della finanziaria ha poi aggiunto che esistono criticità strutturali. Finpiemonte era percepita come un’eccellenza nel panorama delle finanziarie nazionali: “La mia scoperta – ha proseguito – ha messo in luce qualche fragilità dei controlli, soprattutto in vista delle nuove competenze dell’ente”.
A questo punto Vignale ha chiesto quali siano i contenuti dell’esposto, mentre Frediani ha domandato in quale modo sia possibile effettuare bonifici non autorizzati malgrado i controlli. Grimaldi è intervenuto per sapere a che punto sia l’iter di restituzione dei fondi, mentre Gariglio ha posto l’accento sul lasso di tempo intercorso dal 9 giugno, giorno della richiesta chiusura conto, fino a novembre, mese in cui è stato presentato l’esposto.
Ambrosini ha spiegato che alcune risposte potrebbero interferire con il corso delle indagini e ha anche specificato che tutte le procedure per la restituzione dei fondi sono state attivate in tempo reale. Perlo ha sottolineato che per effettuare un bonifico lecito sono necessari diversi passaggi e più autorizzazioni all’interno della struttura e che la firma finale spetta a lei, in qualità di direttrice.