Organizzata dalla Lav (Lega antivivisezione), l’esposizione si compone di pannelli e disegni che raccontano le peculiarità di alcuni animali, a torto percepiti come sgraditi a causa di pregiudizi, disinformazione o interessi di parte: fra loro ci sono la nutria e la cornacchia, il colombo, lo scoiattolo grigio, la volpe, il cinghiale e il pesce siluro.
Fabrizio Urettini e Matteo De Mayda, ideatori della comunicazione veicolata attraverso i pannelli, hanno spiegato la nascita delle immagini proposte, che attribuiscono agli “indesiderabili” caratteristiche e comportamenti propri degli animali di norma graditi, con il risultato di indurre a una riflessione ironica e intelligente.
Dino Goletti, del settore educazione e scuola Lav Torino, ha sottolineato l’importanza del lavoro di sensibilizzazione portato avanti con i ragazzi, soprattutto per far comprendere e apprezzare il valore della biodiversità.
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I fatti in breve
- Nella sala incontri dell’Urp del Consiglio regionale è visitabile la mostra Gli indesiderabili fino al 17 dicembre.
- Organizzata dalla Lav e composta da pannelli e disegni, l’esposizione intende promuovere il rispetto di tutti gli animali, anche di quelli a torto giudicati nocivi.
- La mostra sarà visitabile fino al 17 dicembre, con ingresso gratuito, secondo i seguenti orari: dal lunedì al venerdì 9-13, 14-16.
Dichiarazioni
“Si tratta della prima tappa di una mostra che la Lav porterà in tour in tutta Italia nel 2015 per favorire un cambiamento di approccio e di mentalità rispetto ad alcune specie ritenute sgradevoli, ha spiegato Massimo Vitturi, responsabile Lav del settore fauna selvatica.
“Con questa comunicazione cerchiamo di informare correttamente il pubblico sfatando così falsi miti affinché si arrivi a riconoscere il diritto di cittadinanza a tutti gli animali”, ha commentato Gualtiero Crovesio, responsabile Lav Torino. “L’invasività e la pericolosità che spesso gli uomini attribuiscono a certe specie è in realtà solo il risultato di comportamenti dannosi da parte dell’uomo stesso ed è quindi indispensabile trovare nuove forme di convivenza pacifica”.
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