Europa, migranti, frontiere - page 49

Europa, migranti, frontiere. Diritti fondamentali e accoglienza dei profughi nell’Unione europea
46
terzi
9
. Il piano, destinato a incidere sulla dimensione esterna dell’
Agenda Europea sulla
Migrazione
, prevede un’azione combinata UE-Stati membri per concludere patti con i paesi terzi
fondati su incentivi positivi negativi al fine di favorire la cooperazione in materia di gestione
della migrazione. Il documento sottolinea inoltre la necessità di completare le intese con la
Giordania e il Libano per l’assistenza ai profughi ospitati, approfondire la cooperazione con la
Tunisia, concordare patti con il Niger, il Senegal, il Mali, l’Etiopia e sostenere le iniziative del
governo libico di unità nazionale.
Per sostenere questi patti l’UE si propone di mobilitare circa 8 miliardi di euro per il
periodo 2016-2020 in aggiunta agli aiuti allo sviluppo oggi forniti da Stati membri e UE. È
prevista, poi, più a lungo termine l’intensificazione degli sforzi per affrontare le cause profonde
della migrazione irregolare e sviluppare le capacità di accoglienza locali, auspicando a tal fine la
mobilitazione di altri 62 miliardi di euro.
Qu a l e s t r a t e g i a pe r un a po l i t i c a s o s t en i b i l e de l l a m i g r a z i o ne ?
Sia le difficoltà riscontrate nella politica di accoglienza e inclusione, sia i tentativi di
costruire un intervento esterno diretto a porre sotto controllo i flussi migratori verso l’Europa,
mettono in evidenza un punto comune. In entrambi i casi emerge la difficoltà delle istituzioni
comunitarie - Commissione, Parlamento europeo, Consiglio - di costruire una strategia condivisa.
Esiste un deficit europeo di formazione della volontà politica riconducibile alla mancanza di una
piena legittimazione democratica dei poteri del Parlamento europeo. Infatti, il Parlamento non
ha poteri fiscali e di politica estera e di sicurezza, entrambi decisivi per i temi
dell’immigrazione.
Data l’affermazione del metodo intergovernativo, prevalgono le divisioni tra paesi membri e
soprattutto tra i principali partner, ciascuno proteso a perseguire i propri interessi. Sul piano
della politica di accoglienza e inclusione ogni paese è condizionato dalle proprie politiche di
sviluppo produttivo e dai propri vincoli culturali, offrendo opportunità di inserimento
differenziato. Anche sul piano dell’intervento esterno prevalgono le divisioni tra i principali
paesi membri UE, ciascuno proteso a perseguire i propri interessi in Medio Oriente, in Libia, nel
Corno d’Africa e nel Sahel. L’impostazione che emerge dallo stesso
Nuovo quadro di
partenariato con i paesi terzi
conduce al mantenimento delle relazioni bilaterali di ciascun
paese membro dell’UE con i singoli paesi del Medio Oriente o dell’Africa. Viene trascurata la
lezione offerta dagli Stati Uniti nel secondo dopoguerra quando hanno lanciato a favore
dell’Europa il Piano Marshall, subordinato a una gestione comune degli aiuti da parte europea, e
il Patto Atlantico con il quale si assumevano la responsabilità di garantire la sicurezza sul
continente europeo sotto il loro controllo nei confronti dell’espansionismo sovietico.
9
.
Risulta
interessante
anche
la
presa
di
posizione
del
Senato
della
Repubblica:
.
1...,38,39,40-41,42,43,44,45,46,47,48 50,51,52,53,54,55,56,57,58,59,...81
Powered by FlippingBook