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Tascabili


Intorno alla Sindone (maggio 1998)

PRESENTAZIONE
Questa pubblicazione inaugura una collana di tascabili editi dal Consiglio regionale come contributo di informazione, sulla realtà, non solo istituzionale, del Piemonte.
Il primo volume della collana é significativamente dedicato all’ostensione della Santa Sindone a Torino, che, a soli due anni dal Giubileo del 2000, costituisce il più importante appuntamento religioso di fine millennio in Italia.
Un evento di grande significato per i credenti, ma che rappresenta un’occasione di arricchimento culturale anche per i non credenti.
Il nostro "tascabile" propone un itinerario, nel tempo e nello spazio, sulla Santa Sindone, per contribuire alla valorizzazione artistico-culturale del Piemonte e per porgere un sentito benvenuto a tutti i visitatori.
Un benvenuto che il Consiglio regionale ribadisce anche con l’iniziativa "Porte Aperte a Palazzo Lascaris".
Sergio DEORSOLA
PRESIDENTE CONSIGLIO REGIONALE DEL PIEMONTE
Saluto volentieri questo lavoro illustrativo tra l’altro dellastoria e della vita di Palazzo Lascaris. L’ostensione della Sindone è evento essenzialmente religioso, ma è giusto ed opportuno che, intorno al grande movimento del pellegrinaggio, si creino occasioni di conoscenza e valorizzazione del patrimonio artistico, storico e culturale della nostra Torino e del nostro Piemonte. Anche perchè arte, storia e cultura hanno continuato, ieri come oggi, ad essere strettamente connesse con i valori e le tradizioni del nostro popolo: valori e tradizioni in cui il cristianesimo ha tanta parte.
La Sindone, segno misterioso e affascinante della Passione e Morte del Signore, è al centro della storia torinese e piemontese da secoli ed è dunque significativo che anche oggi si continui, nei modi del mondo di oggi, a celebrare e a far conoscere questa presenza, in Piemonte e nel mondo.
Cardinale Giovanni Saldarini
ARCIVESCOVO DI TORINO
CUSTODE PONTIFICIO DELLA SINDONE

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PORTE APERTE A PALAZZO LASCARIS


Con questo titolo viene varata dal Consiglio regionale del Piemonte, in occasione dell’Ostensione della Santa Sindone, l’iniziativa che intende offrire ai cittadini l’opportunità di visitare un palazzo significativo del barocco piemontese.
Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte dal 1979, è aperto a visite guidate al venerdì, nel periodo compreso tra il 18 aprile ed il 14 giugno, nelle seguenti date: 24 aprile; 8, 15, 22 e 29 maggio; 5 e 12 giugno, è necessaria la prenotazione telefonica (011/57.57.430).
Nell’arco della giornata, vengono proposte 6 visite: tre al mattino (9.30/10.30/11.30) ed altrettante al pomeriggio (14.30/15.30/16.30), per gruppi composti da un massimo di 20 persone.
Nel corso della visita, della durata di un’ora circa, vengono illustrate le caratteristiche più significative dal punto di vista storico, artistico ed architettonico di questa grande dimora signorile, edificata tra il 1663 e il 1665, attraverso un percorso che si snoda dall’atrio sino ad alcune sale auliche per concludersi nell’aula dell’Assemblea regionale rinnovata nel gennaio 1997.

UN MISTERO NATO DUEMILA ANNI FA
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"Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un bianco lenzuolo e lo depose nel suo sepolcro nuovo che aveva fatto scavare nel masso": è il racconto di Matteo (26, 59-60). Sempre parlando di Giuseppe d’Arimatea Marco racconta "Egli comprò un lenzuolo e, deposto il corpo, lo avvolse nel lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia; poi rotolò una pietra all’entrata del sepolcro" (15, 46). "Dopo averlo deposto, lo avvolse in un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella pietra, dove nessuno era ancora stato posto" ci riferisce Luca (23, 53). Giovanni, il discepolo prediletto, riporta: "Essi presero il corpo di Gesù e lo avvolsero in bende di lino con aromi, secondo il modo di seppellire in uso presso gli Ebrei", (19, 40) poi più avanti "Arrivò anche Simon Pietro, che lo seguiva, entrò nella tomba e vide le bende per terra e il sudario, che era sul capo di Gesù, non per terra con le bende, ma ripiegato, in un angolo a parte" (20, 6-7). Ai suggestivi racconti dei Vangeli Canonici si aggiungono quelli apocrifi, tra cui quello di Pietro: "Preso il Signore, lo lavò, lo avvolse in una sindone e lo introdusse nel proprio sepolcro, che era chiamato Giardino di Giuseppe" (VI, 24). Nel vangelo di Nicodemo (detto anche Atti di Pilato) la deposizione è raccontata in modo similare: "Quando l’ebbe deposto, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo pose in un sepolcro scavato nella roccia, in cui nessuno era ancora stato deposto" (XI, 3) e poi, interrogato dal Sinedrio, Giuseppe riferisce che "Là c’erano la sindone ed il sudario per il suo volto" (XV, 6).
Da queste testimonianze, riconosciute ed accettate dalla Chiesa (i Vangeli Canonici), oppure semplicemente diffuse tra il popolo come narrazione aneddotica, gli apocrifi, inizia, circa duemila anni fa, la vicenda della Sindone che, tra alterne vicende, sparizioni ed ostensioni, giunge in possesso di Casa Savoia e dal 1578 è a Torino.
Da sempre le Ostensioni, fino all’ultima di vent’anni fa (1978), hanno attirato folle di pellegrini, ed ora Torino ed il Piemonte stanno vivendo nuovamente la fascinosa atmosfera di un grande mistero, nella pubblica visione della reliquia che tanta devozione scuscitò, fra gli altri, in San Carlo Borromeo e nel Beato Sebastiano Valfrè che, a commento della sua venerazione per il Sacro Lino, scriveva: "La croce lo ha ricevuto vivo e restituito morto. La Sindone lo ha ricevuto morto e restituito vivo".

OSTENSIONE DELLA SINDONE TORINO, 18 APRILE - 14 GIUGNO 1998
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La Sindone, il Sacro Lenzuolo nel quale, secondo la tradizione, venne avvolto il corpo di Gesù Cristo dopo la deposizione dalla croce, è esposta nel Duomo di San Giovanni in Torino dal 18 aprile al 14 giugno 1998, sia nei giorni feriali sia in quelli festivi con orario delle visite fissato a partire dalle 7 fino alle 20,30 di ogni giorno.
Torino ed il Piemonte tornano ad essere, dopo vent’anni, meta di pellegrinaggio per l’Ostensione ed in occasione di diverse ricorrenze: cent’anni dalla prima fotografia che ha permesso di vedere "l’uomo crocifisso" in negativo sul Lino; cinquecento anni dalla conclusione dei lavori della "fabrica" del Duomo di Torino, che ospita la Sindone; milleseicento anni dal Concilio di Torino (avvenuto nel 398 con la presenza di S. Massimo).
Per motivi organizzativi e per evitare le code verificatesi in passato, solo con la prenotazione il visitatore ha la certezza di poter vedere la Sindone esibendo il biglietto con l’indicazione del giorno e dell’ora della visita. Tale biglietto viene inviato, gratuitamente, al domicilio dei richiedenti, mentre chi prenota attraverso Internet confeziona da sè la propria ricevuta.
I pellegrini accedono alla Cattedrale seguendo un percorso predeterminato, che attraverso i Giardini Reali, con entrata da Viale dei Partigiani e uscita dal palazzo Mauriziano, successivamente costeggia gli scavi archeologici per raggiungere la gradinata del Duomo.
L’attraversamento dei Giardini Reali è assistito con servizi d’informazione, ristoro, pronto soccorso ed è dotato di un tunnel e di un padiglione, approntati con gli strumenti per una prelettura del telo sindonico.
La Sindone è un "documento visivo" di non facile lettura ed ogni visitatore dispone di un periodo molto breve di sosta davanti ad essa (circa 2 minuti). Si è reso pertanto necessario predisporre momenti precedenti alla visita che facilitino l’individuazione degli elementi salienti e favoriscano l’interiorizzazione del messaggio di cui sono portatori. E’ stato quindi realizzato un momento definito "prelettura" in cui sono collocate alcune copie fotografiche della Sindone (a grandezza naturale) aventi un’incisione dell’immagine sempre più digradante per allenare l’occhio a interpretare, cioè "leggere", l’evanescente immagine impressa sul lenzuolo sindonico. In un opportuno ampliamento del percorso una serie di monitor, strumenti informatici e di videoriproduzione, fornisce concisamente illustrazioni e spiegazioni. Inoltre ogni pellegrino all’ingresso può ricevere un opuscoletto con le stesse immagini proposte dai monitor della prelettura.

I SEGNI DELLA "PASSIONE" SULL’UOMO DELLA SINDONE E LA RICERCA SCIENTIFICA
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In una recente intervista a Famiglia Cristiana (anno LXVIII, n. 12, 1 aprile 1998, pag.59) parlando della Sindone di Torino, don Giuseppe Ghiberti, teologo e biblista di fama internazionale, che da anni si occupa della Sindone, afferma: "I racconti evangelici e le informazioni che ci trasmette la Sindone concordano in maniera impressionante. Quel Lenzuolo, infatti, ha avvolto il cadavere di un uomo flagellato, coronato di spine, percosso e infine crocifisso, il quale, poco dopo il decesso, è stato colpito da un oggetto acuminato (una lancia?) all’altezza del costato".
Sindone è parola greca: vuol dire pezza di tela, che può essere usata come lenzuolo funebre e la Sindone è un’immagine da guardare, da contemplare e, per i credenti, essa è una "icona della Passione", come la definì Papa Paolo VI.
I segni della Passione del Signore sono il motivo dell’interesse e della venerazione verso la Sindone e fin dai secoli più antichi, con l’Ostensione pubblica che si presenta come evento religioso, da vivere in un clima di raccoglimento e di preghiera.
Le ricerche storiche e scientifiche sulla Sindone hanno suscitato dibattiti e quesiti e non hanno ancora fornito risposte definitive. La prima reale sorpresa risale ad un secolo fa, al 1898, quando per la prima volta, venne fotografata da Secondo Pia ed il negativo della foto mostrò nei particolari, con un’evidenza ben maggiore del "positivo", tutti i "segni" che la Sindone custodiva.
In estrema sintesi vengono fornite alcune delle risposte, che aprono nuovi quesiti, sul sacro Lino:
  • l’immagine non è un dipinto, ed è stata lasciata dal cadavere di un uomo flagellato e crocifisso. L’elaborazione al computer ha mostrato che essa ha proprietà tridimensionali, che non appartengono né ai dipinti né alle normali fotografie;
  • sul Lenzuolo sono stati ritrovati pollini di fiori che hanno offerto forti indizi per una presenza della Sindone non solo in Europa, ma anche nel vicino Oriente;
  • le analisi sulle tracce di sangue hanno indicato la presenza di sangue umano, del tipo AB. Sul Lenzuolo non vi sono tracce di pigmenti coloranti;
  • nel 1988 è stata effettuata, su un frammento della Sindone, la "prova di datazione" col metodo del Carbonio 14: i risultati assegnarono al tessuto una data tra il 1260 e il 1390 d.C. Questi risultati sono oggi messi in discussione all’interno della stessa comunità scientifica; studi sperimentali più recenti hanno poi riaperto la questione. 

CRONOLOGIA STORICA ESSENZIALE
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I sec. - Il 7 aprile del 30 d.C. il corpo di Gesù viene avvolto in un candido lino. La mattina di Pasqua questo Lenzuolo viene trovato vuoto ed è raccolto e custodito. Nell’ambiente ebraico del primo secolo un telo che aveva avvolto un cadavere era considerato un oggetto impuro, dunque da non esporre.
525 - Durante i restauri della Chiesa di S. Sofia di Edessa viene riscoperta l’immagine del volto di Gesù su stoffa acheropita (non fatta da mani umane) detta Mandylion (fazzoletto). Numerose testimonianze e descrizioni la mettono in relazione con la Sindone. C’è identità tra il volto della Sindone e le copie del Mandylion con oltre un centinaio di punti di congruenza (cioè punti di sovrapponibilità fra due figure; per il criterio legale americano sono sufficienti 60 punti per affermare che due immagini sono della stessa persona). Il volto di Edessa fu copiato nelle icone dal VI secolo e riprodotto su monete bizantine dal VII secolo; anche in questi casi i punti di congruenza sono oltre 100.
944 - Gli eserciti bizantini, nel corso di una campagna contro il sultanato arabo di Edessa, entrano in possesso del Mandylion e lo portano solennemente a Costantinopoli il 16 agosto. Il Mandylion era in realtà la Sindone ripiegata otto volte in modo da far vedere solo il volto. L’immagine del corpo di Cristo viene riprodotta con particolari ispirati alla Sindone, per esempio nel manoscritto Pray datato 1192 -1195. L’asimmetria degli arti inferiori che si osserva sul lenzuolo torinese (gamba sinistra più flessa) fa nascere la leggenda del Cristo zoppo, riprodotta dagli artisti con la cosiddetta "curva bizantina" e con il poggiapiedi della croce inclinato.
1147 - Luigi VII, re di Francia, durante la sua visita a Costantinopoli venera la Sindone.
1171 - Manuele I Comneno mostra ad Amalrico, re dei Latini di Gerusalemme, le reliquie della Passione, tra le quali è la Sindone.
1204 - Robert de Clary, cronista alla IV Crociata, scrive che: "Tutti i venerdì la Sindone è esposta a Costantinopoli [...] ma nessuno sa ora cosa sia avvenuto del Lenzuolo dopo che fu saccheggiata la città". La Sindone sparisce così da Costantinopoli ed è probabile che il timore della scomunica esistente per i ladri di reliquie ne abbia provocato l’occultamento. Molti indizi fanno pensare che fu portata in Europa e conservata per un secolo e mezzo dai Templari.
1314 - I Templari, ordine cavalleresco crociato, sono condannati al rogo come eretici, accusati anche di un culto segreto ad un Volto che pare riprodotto dalla Sindone. Uno di essi si chiamava Geoffroy de Charny.
1356 - Geoffroy de Charny, cavaliere crociato omonimo del precedente, consegna la Sindone ai canonici di Lirey, presso Troyes, in Francia. Il prezioso telo era in suo possesso da almeno tre anni.
1389 - Pierre d’Arcis, vescovo di Troyes, proibisce l’ostensione della Sindone.
1390 - Clemente VII, antipapa di Avignone, tratta della Sindone in due Bolle e due lettere.
1418 - 1452: Lunghi viaggi anche clandestini portano la S.Sindone in S.Hippolite, a Chimay, a Germolles, tra lotte religiose e azioni militari.
1453 - Margherita di Charny cede la reliquia ad Anna di Liusignano, moglie del duca Ludovico di Savoia che la custodisce in Chambéry ove fa allestire una ricca cappella. Di qui sarà allontanata più volte e portata in varie città di Francia e del Piemonte, quando eventi bellici costringono i Savoia a trasferirsi in luoghi più sicuri.
1506 - Papa Giulio II approva la Messa e l’Ufficio proprio della Sindone, permettendone il culto pubblico.
1532 - Incendio a Chambéry nella notte fra il 3 e il 4 dicembre: l’urna di legno rivestita d’argento che custodisce la Sindone ha un lato arroventato ed alcune gocce di metallo fuso attraversano i diversi strati ripiegati. Due anni dopo le Clarisse cuciranno i rattoppi oggi visibili.
1578 - La Sindone viene trasferita a Torino ed entra ufficialmente nella storia di Casa Savoia come reliquia utilizzata, con le Ostensioni, per celebrare particolari momenti di gioia o di dolore del nobile casato.
1939 (25 settembre): La Sindone è portata all’abbazia di Montevergine (Avellino) e nascosta per evitare possibili danni da eventi bellici.
1946 (28 ottobre): Il cardinal Fossati, Arcivescovo di Torino, riprende la Sindone a Montevergine, la riporta nella Cappella a Torino, disponendola nel suo prezioso reliquiario dopo averne effettuato una ricognizione ufficiale con una ostensione privata ai monaci benedettini che l’avevano custodita.
1969 - Dal 16 al 18 giugno avviene una ricognizione della reliquia da parte di una commissione di studio nominata dal cardinale Michele Pellegrino. Prima fotografia a colori, eseguita da Giovanni Battista Judica Cordiglia.
1973 - Prima ostensione televisiva in diretta (23 novembre). Nuova ricognizione della reliquia. Prelievi di Max Frei e Gilbert Raes.
1978 - Celebrazione del IV Centenario del trasferimento della Sindone da Chambéry a Torino, con ostensione pubblica dal 26 agosto all’8 ottobre e Congresso Internazionale di studio. Al termine, dall’8 al 14 ottobre numerosi scienziati, prevalentemente statunitensi appartenenti allo STURP (Shroud of Turin Research Project), effettuano misure ed analisi sulla reliquia per 120 ore consecutive al fine di compiere un’indagine scientifica multidisciplinare.
1980 - Durante la visita a Torino il 13 aprile, il papa Giovanni Paolo II ha modo di venerare la Sindone nel corso di un’ostensione privata.
1983 - Il 18 marzo muore Umberto II di Savoia; per sua disposizione la Sindone è donata al Papa, che la affida all’arcivescovo di Torino in qualità di custode.
1988 - Il 21 aprile dalla Sindone viene prelevato un campione di tessuto per sottoporlo alla datazione con il metodo del Carbonio 14. In base a questa analisi, la Sindone risalirebbe al medio evo, ad un periodo compreso tra il 1260 ed il 1390 d.C. Le modalità dell’operazione di prelievo e l’attendibilità del metodo per tessuti che hanno subìto vicissitudini come quelle della Sindone sono ritenute insoddisfacenti da un numero rilevante di studiosi. Tra questi lo scienziato russo Dimitri Kouznetsov il quale, negli anni successivi, dimostra sperimentalmente che l’incendio del 1532 ha modificato la quantità di carbonio radioattivo presente nella Sindone, alterandone così la datazione che va invece ricondotta al I sec. d.C. Contemporaneamente lo scienziato statunitense Leoncio Garza Valdés ha verificato la presenza di un complesso biologico composto da funghi e batteri che ricopre i fili sindonici come una patina e che non è eliminabile con i normali sistemi di pulizia. Usando un trattamento a base di enzimi particolari, si riesce a rimuovere questo inquinante e ciò permette di ricondurre la datazione della Sindone al I sec. d.C.
1992 - Il 7 settembre viene effettuata una ricognizione del Sacro Telo da parte di esperti invitati a suggerire iniziative ed interventi idonei a garantirne la migliore conservazione.
1993 - Il 24 febbraio la Sindone è temporaneamente trasferita dietro l’altare maggiore del Duomo di Torino per consentire i lavori di restauro della cappella guariniana. La reliquia viene posta in una teca di cristallo con le pareti spesse 39 mm a temperatura e umidità controllate.
1995 - Il 5 settembre il cardinale Giovanni Saldarini, arcivescovo di Torino e custode della Sindone, annuncia le due prossime ostensioni, stabilite dal 18 aprile al 14 giugno 1998 (per celebrare il centenario della prima fotografia) e dal 29 aprile all’11 giugno del 2000 (in occasione del Grande Giubileo della Redenzione). Durante l’ostensione del 1998 si svolgeranno a Torino dal 5 al 7 giugno i lavori del III Congresso Internazionale di Studi Sindonici, organizzato dal Centro Internazionale di Sindonologia di Torino.
1997 - Nella notte tra l’11 e il 12 aprile un incendio provoca gravissimi danni alla Cappella della Sindone. Fortunatamente dal 1993 il Lenzuolo era stato trasferito nel Duomo a causa dei lavori di restauro della Cappella. Questo fatto ha permesso ai Vigili del Fuoco di avvicinarsi alla speciale struttura che era stata realizzata per contenere la teca di legno rivestito d’argento nella quale è avvolta la Sindone, rompere la struttura di vetro antiproiettile e salvare la Sindone. Il 14 aprile una commissione di esperti, composta anche dal cardinale Giovanni Saldarini, ha esaminato lo stato del Lenzuolo. È stato constatato che nessun danno si è verificato e il cardinale ha confermato che le ostensioni programmate per il 1998 e per il 2000 si terranno regolarmente a Torino.

CENNI SU QUATTRO SECOLI DI OSTENSIONI
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1506 - Papa Giulio II approva la Messa e l’Ufficio proprio della Sindone, permettendone il culto pubblico.
1535 - Per motivi bellici il Lenzuolo è trasferito a Torino e successivamente a Vercelli, Milano, Nizza e di nuovo Vercelli; qui rimane fino al 1561, quando viene riportato a Chambéry.
1578 - Emanuele Filiberto il 14 settembre trasferisce la Sindone a Torino, per abbreviare il viaggio a S. Carlo Borromeo che vuole andare a venerarla per sciogliere un voto. La prima Ostensione pubblica a Torino risale al 7 ottobre: "La Reliquia, trasportata dalla Cappella o Chiesa di S.Lorenzo alla Cattedrale, fu esposta sull’altar maggiore e si tennero le quaranta ore di adorazione del SS.Sacramento. S.Carlo vi predicò tre volte e gli altri 23 vescovi che successivamente visitarono la Reliquia tennero complessivamente 40 discorsi. Affinché il popolo la potesse meglio osservare, la Sindone fu portata in piazza Castello ed esposta sopra un lato palco o, come vogliono alcuni, dalla balconata del Palazzo Madama". Pare che alla solenne Ostensione abbia partecipato anche Torquato Tasso.
Per tutto il Seicento la Sindone venne esposta, con cadenza quasi regolare, il 4 maggio (giorno tradizionalmente dedicato alla "venerazione della Sindone"), alcune Ostensioni però assunsero valenza particolare in quanto svolte a commemorazione o a solennizzazione di avvenimenti importanti per Casa Savoia e per lo Stato.
1585 - Ostensione in occasione del matrimonio del duca Carlo Emanule I
1587 - Ostensione in occasione del battesimo del primogenito di Carlo Emanuele I, il principe di Piemonte Filippo Emanuele.
1613 - Ostensione particolarmente solenne, forse, per il passaggio a Torino del vescovo di Ginevra, Francesco di Sales.
1620 - La Sindone è esposta al pubblico in occasione del matrimonio del principe Vittorio Amedeo I con Cristina di Francia, prima Madama Reale.
1624 - Ostensione per soddisfare, forse, il desiderio dell’Infante Maddalena d’Austria.
1639 - Esposizione al pubblico per il passaggio a Torino di Santa Giovanna Francesca Frémyot baronessa di Chantal.
1642 - Ostensione solenne per rendere grazia a Dio della raggiunta pace.
1663 - Ostensione in occasione del matrimonio del duca Carlo Emanuele II con Francesca d’Orléans.
1664 - Ostensione in occasione del passaggio a Torino del Padre Domenico da S.Tommaso, figlio del Sultano Ibrahim, convertitosi al cristianesimo ed entrato nell’Ordine dei Predicatori.
1665 - Ostensione in occasione del secondo matrimonio di Carlo Emanuele con Maria Giovanna Battista di Nemours.
1685 - La Sindone è esposta al pubblico per commemorare il matrimonio, celebrato l’anno precedente, del duca Vittorio Amedeo II con Anna d’Orléans.
1692 - Ostensione ordinata dal duca Vittorio Amedeo II per "li rumori di guerra".
1694 - Il 1 giugno avviene la sistemazione definitiva della Sindone nella Cappella dell’architetto Guarino Guarini annessa al Duomo di Torino. In quell’anno, oltre all’Ostensione pubblica, il beato Sebastiano Valfrè rinforza i rattoppi e i rammendi.
1706 A causa dell’assedio di Torino e per disposizione del duca Vittorio Amedeo II, la Sindone fu portata il 16 giugno a Cherasco; il 24 a Mondovì Piazza; il 25 a Ceva. Di qui risalì per sicurezza la Val Tanaro raggiungendo il 26 Ormea; poi Caravonica; di dove scese ad Albenga. Vi fu accolta con un vero trionfo, nonostante la segretezza con cui doveva viaggiare. Il 16 luglio reggiunse per mare Savona; di lì, sempre via mare, Genova, dove ebbe un altro trionfo popolare. Cessato il pericolo bellico ritornerà nell’ottobre a Torino. Il viaggio di ritorno prese la via del mare da Genova a Savona poi, a causa delle mareggiate che impedirono il proseguimento verso Albenga, dov’era attesa, risalì via terra verso il Piemonte. Dopo la sosta di una notte a Saliceto la scorta dovette rifugiarsi per l’improvviso cattivo tempo in una cappella (di S.Anastasia) sulle colline di Sale San Giovanni, prima di riprendere la via di Torino.
Particolarmente significativa, nel 1706, la permanenza della Sindone a Cherasco, in quanto per circa una settimana la corte sabauda si trattenne nella cittadina durante i tragici fatti piemontesi del conflitto per la succesione spagnola. Il Sacro Lenzuolo venne esposto al pubblico, in quell’occasione, per tre giorni (il 15 il 16 ed il 17 giugno) nel palazzo Salmatoris.
Si ha notizia di un’Ostensione nel 1717 e di quella del 1720 per celebrare l’unione agli Stati Sabaudi dell’isola di Sardegna.
1722 - Ostensione in occasione delle nozze di Carlo Emanuele III con Anna Cristina Luigia Sultsbach.
1730 - Pubblica esposizione della Sindone in occasione della nascita di Maria Felicità, che Carlo Emanuele III aveva avuto da Polissena Cristina, sposata dopo la morte (avvenuta nel 1724) di Anna Cristina.
1735 - Ostensione tenuta per allontanare il pericolo di contagio.
1736 e 1737 - solenni Ostensioni per celebrare la stipulazione del contratto nuziale ed il matrimonio di Carlo Emanuele III con la terza moglie Elisabetta Teresa di Lorena.
1750 - Ostensione in occasione del matrimonio di Vittorio Amedeo III con Maria Antonia Ferdinanda, figlia del re di Spagna Filippo V.
1769 - in occasione della venuta a Torino dell’imperatore Giuseppe II.
1775 - in occasione delle nozze di Carlo Emanuele IV con Maria Anna Clotilde, sorella dei re di Francia Luigi XVI, Luigi XVIII e Carlo X.
1785 - di cui sono ignote le ragioni.
1789 - per desiderio di Carlo Emanuele IV di impetrare dal cielo la forza e la rassegnazione di fronte al crollo che sembrava definitivo degli Stati Sabaudi.
1799 - per ordine dell’arcivescovo di Torino Carlo Luigi Buronzo Delsignore, nominato dal Governo francese custode della Reliquia.
1804 - quasi in forma privata in occasione del passaggio a Torino di papa Pio VII che si recava a Parigi ad incoronare l’imperatore Napoleone.
1814 - il 20 maggio, Ostensione "ob adventum Regis", per festeggiare il ritorno del re Vittorio Emanuele I.
1815 - il 21 maggio, durante i "Cento giorni", quasi alla vigilia della battaglia di Waterloo, con invito solenne al papa Pio VII.
1822 - il 4 gennaio, per bene inaugurare il regno di Carlo Felice.
1842 - in occasione delle nozze del duca d’Aosta, Vittorio Emanuele II con Maria Adelaide.
1868 - il 24 aprile, a cornonamento delle feste indette per il matrimonio del principe di Piemonte, Umberto I con la principessa Margherita.
1898 - indetta per il matrimonio dell’allora principe di Napoli Vittorio Emanuele con la principessa Montenegrina Elena Petrovich-Niegos, a cui parteciparo circa 800.000 persone e durantre la quale fu scattata la prima fotografia della Sindone, eseguita dall’avv. Secondo Pia fra il 25 e il 28 maggio. Dall’emozionante scoperta del negativo fotografico, che rivela con incredibile precisione le sembianze dell’Uomo della Sindone, iniziano studi e ricerche, soprattutto medico-legali.
1931 - indetta per le nozze del principe di Piemonte Umberto con la principessa Maria José di Brabante figlia di Alberto re del Belgio; la Sindone viene fotografata di nuovo da Giuseppe Enrie, fotografo professionista.
1933 - Ostensione per espresso desiderio di Pio XI (Achille Ratti), per celebrare il 19° secolo dalla morte di Gesù.
1973 - Prima ostensione televisiva in diretta (23 novembre). Nuova ricognizione della reliquia. Prelievi di Max Frei e Gilbert Raes.
1978 - Celebrazione del IV Centenario del trasferimento della Sindone da Chambéry a Torino, con Ostensione pubblica dal 26 agosto all’8 ottobre e Congresso Internazionale di studio.




IL MUSEO DELLA SINDONE
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Istituito ad opera della Confraternita del SS.Sudario (eretta con decreto dell’arcivescovo C. Brogliati il 25 maggio 1598) nel 1938, il Museo ha sede in Torino, Via S.Domenico 28, all’interno del complesso degli storici locali della Confraternita, ed è attualmente l’unico al mondo interamente dedicato al prezioso Lenzuolo.
La nuova sede, più ampia e capiente, i cui lavori di sistemazione si sono chiusi in tempo per l’Ostensione del 1998, è ora collocata nell’ampio e suggestivo locale sottostante la chiesa barocca del SS.Sudario.
La prima sala del Museo è destinata alla proiezione di un video, realizzato in lingua italiana, inglese e francese, che ha lo scopo di presenatre e spiegare la Sindone, con particolare riferiemnto all’immagine su di essa impressa. Quindi il visitatore si trova di fronte un percorso didattito che consente di approfondire la conoscenza della Sindone nei sui vari aspetti: storico, scientifico, artistico, esegetico e devozionale.
Tra i reperti più significativi esposti vi sono: la cassetta entro cui la Sindone giunse a Torino nel 1578; la macchina fotografica con la quale Secondo Pia fotografò la Sindone nel 1898 e le relative lastre originali, le immagini realizzate da Giuseppe Enrie nel 1931, libri e documenti di argomento sindonico a partire dal Cinquecento; oggetti di culto, tra cui una ricca collezione di monete e di medaglie e una serie di oggetti e strumenti scientifici legati alle più importanti ricerche sperimentali sulla Sindone, come la raccolta di tele, frutto di esperimenti effettuati in questo secolo per studiare il meccanismo di formazione dell’immagine sul Lino.
La chiesa del SS. Sudario, pur non facendo parte del Museo, ne costituisce un naturale completamento. La visita, possibile solo quando non ci sono celebrazioni liturgiche, consente di cogliere la dimensione più propriamente religiosa della Sindone, attraverso affreschi, pale, quadri ed arredi.
Durante il periodo dell’Ostensione della Sindone il Museo resta aperto tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 21. Per maggiori informazioni rivolgersi al n. 011/4365832 (tel. e fax).

IL CONSIGLIO REGIONALE PER LA SINDONE
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Nella notte fra l’11 e il 12 aprile 1997 un furioso incendio ha devastato il Duomo di Torino e Palazzo Reale, infliggendo una ferita gravissima al cuore stesso della capitale subalpina. Il Consiglio regionale del Piemonte è stato tempestivamente convocato dal suo presidente Rolando Picchioni il 13 aprile, in seduta straordinaria.
Nel corso della seduta il presidente della Giunta Enzo Ghigo ha dichiarato la totale disponibilità della Regione a un cospicuo intervento e ad ogni iniziativa per favorire il rapido e completo recupero dei monumenti danneggiati ed il presidente del Consiglio regionale, Rolando Picchioni, ha espresso "i sentimenti di partecipazione di tutta la comunità piemontese di fronte a un grave disastro che ha colpito il patrimonio artistico e culturale di Torino, mettendo in grave pericolo un simbolo della Cristianità quale la Sacra Sindone" ed ha sottolineato l’elevato senso di responsabilità dell’Assemblea Subalpina che, convocata d’urgenza nella tarda mattinata di domenica, vedeva la presenza di ben 56 consiglieri su 60.
Prima dell’inizio dei lavori del Consiglio, anche la Giunta si era riunita in seduta straordinaria deliberando un primo stanziamento di un miliardo di lire per interventi urgenti di priorità assoluta, come il rifacimento delle coperture per evitare che eventuali precipitazioni piovose potessero aggravare ulteriormente la situazione.
Nel corso del dibattito consiliare, tutte le forze politiche hanno convenuto sull’esigenza di attivare interventi rapidi ed urgenti per la ricostruzione di un patrimonio di così alto valore storico, artistico e culturale, e per consentire che l’ostensione della Sacra Sindone prevista a Torino per la primavera 1998 potesse tenersi regolarmente.
Al termine dei lavori, una delegazione guidata dal presidente della Giunta, Enzo Ghigo, e del Consiglio, Rolando Picchioni, insieme a componenti dell’Ufficio di Presidenza, dell’esecutivo e dei gruppi consiliari ha partecipato nel Santuario della Consolata alla S. Messa solenne di ringraziamento celebrata dal cardinale Giovanni Saldarini.
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La Regione Piemonte è parte integrante del Comitato per l’Ostensione solenne della Sindone, istituito per promuovere l’interessamento e la collaborazione di soggetti pubblici e privati per la Solenne Ostensione del 1998. Lo ha stabilito il Consiglio regionale nella seduta del 28 ottobre ‘97, approvando all’unanimità una legge che a tale scopo mette a disposizione la somma d’un miliardo di lire sul bilancio 1997 e una somma da definirsi sul bilancio di previsione 1998.

L’OSTENSIONE E LE INIZIATIVE COLLEGATE
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Come complemento alla visita in Duomo per l’Ostensione della Sindone la Regione Piemonte, la Provincia e il Comune di Torino, operando con il Coordinamento dell’Associazione Torino Città Capitale Europea, propongono ai pellegrini e agli ospiti di Torino una serie di itinerari religiosi ed artistici in città, attraverso le sue chiese storiche e una serie di percorsi in Piemonte aventi come filo conduttore luoghi sindonici e di culto, mete fondamentali dello sviluppo storico del territorio.
In Torino sono indicate, oltre al Duomo di San Giovanni e al Seminario Arcivescovile, altre 30 chiese cittadine:
  • Quelle dei grandi ordini religiosi: San Dalmazzo, Sant’Agostino, SS. Martiri, San Filippo Neri, San Francesco da Paola, San Francesco d’Assisi, Santa Chiara, Santa Teresa, San Domenico, San Lorenzo.
  • Quelle delle confraternite: Santo Sudario, Trinità Misericordia, San Rocco, Santa Pelagia, Mercanti, Nobili e Avvocati, Santissima Annunziata.
  • Quelle delle municipalità: Santa Croce, Gran Madre di Dio, Corpus Domini, San Massimo, San Michele.
  • Inoltre: la Basilica della Consolata, il Carmine, Santa Maria di Piazza, Maria Ausiliatrice, San Tommaso, Basilica Mauriziana, chiesa dell’Arcivescovado.
Per il Piemonte la Commissione ha tracciato una serie di itinerari (piccoli viaggi di uno o due giorni) che permettono di riscoprire luoghi suggestivi con secolari testimonianze storico-artistiche e centri di devozione e di catechesi religiosa quali i Sacri Monti e i grandi santuari dinastici, sui seguenti percorsi:
  • Ciriè (chiesa del SS. Sudario, affresco vie Matteotti-Costa) - San Benigno (Fruttuaria, affresco in via Roma) - Agliè (Santa Marta, Castello) - Belmonte (Sacro Monte) - Salassa (affresco p.za Marconi) - Ivrea (San Bernardino).
  • Biella (Duomo, San Sebastiano, Battistero, casa della Sindone, vicolo del ricovero, cappella del S.Sudario in Biella Piazzo) - Oropa (Santuario) - Graglia (Sacro Monte, Santuario, portone dei Gastaldi).
  • Borgosesia (SS. Pietro e Paolo, S. Anna di Montrigone) - Varallo (Pinacoteca, cappella della Madonna di Loreto, S. Maria delle Grazie, Sacro Monte) - Boccioleto (Parrocchiale) - Campertogno (S. Giacomo) - Riva Valdobbia (San Michele).
  • Orta S. Giulio (Sacro Monte) - S.Giulio (Basilica) - Arona (SS. Martini, San Carlone) - Stresa (S. Ambrogio).
  • Ghiffa (Sacro Monte - Cannobio (Pietà) - Re (Santuario) - S.Maria Maggiore (Assunta) - (Monte Calvario).
  • San Nazzaro Sesia (Abbazia) - Bellinzago (Badia di Dulzago) - Oleggio (Basilica di S. Michele).
  • Vercelli (S. Andrea, museo Leone) - Casale (S. Evasio, Pozzo S. Evasio) - Crea (Sacro Monte).
  • Boscomanero (S. Croce) - Novi (chiesa della Maddalena) - Voltaggio (Confraternita, convento dei Cappuccini) - Gavi (S. Giacomo).
  • Sezzadio (S. Giustina) - Cassine (S.Francesco) - Acqui (Duomo).
  • Bene Vagienna (Assunta, affreschi in via Roma e in via XX Settembre) - Bastia Mondovì (S. Fiorenzo) - Mondovì (Missione) - Via Crucis - Vico Forte (Santuario) - Chiusa Pesio (Certosa di Pesio).
  • Moncalieri (S. Maria della Scala) - Revigliasco (Parrocchiale, cappella della Sindone) - Chieri (S. Domenico, affreschi nei pressi di S. Giorgio e S. Domenico) - Vezzolano (Abbazia) - Asti (Duomo, Battistero).
  • Alba (Duomo) - Cherasco (S. Pietro, Palazzo Salmatoris) - Bra (S. Giovanni o dei Battuti Neri, Trinità o dei Battuti Bianchi) - Fossano (S. Trinità).
  • Carignano (Spirito Santo o dei Battuti Bianchi, Misericordia o dei Battuti Neri, affreschi in via Monte di Pietà, in piazza S.Giovanni, in piazza Carlo Alberto) - Casalgrasso (Madonna delle Grazie) - Racconigi (Castello).
  • Abbadia Alpina (cappella S. Sudario). - Cavour (S. Maria, affresco in via Giolitti) - Staffarda (Abbazia) - Revello (Collegiata) - Saluzzo (Duomo, S. Giovanni) - Manta (Castello, S. Maria degli Angeli).
  • Sant’Antonio di Ranverso - Sacra di San Michele - Novalesa (Abbazia).


FILM DOCUMENTARIO SULLA SINDONE
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"L'uomo dei dolori. La Sindone a Torino" è il titolo del film ufficiale sulla Sindone prodotto da "Nova T" (società di produzioni televisive dei frati Cappuccini) in collaborazione con la torinese Euphon. Realizzato con la regia di Michelangelo Dotta e la direzione della fotografia di Bruno Dreossi, il filmato presenta per la prima volta alcune immagini della Sindone registrate durante l’Ostensione privata del 25 giugno 1997.
Il lungometraggio ripercorre in 60 minuti tutti i luoghi della Sindone e si avvale dell’attrice Franca Nuti che interpreta alcuni brani di una celebre lauda di Jacopone da Todi. Le citazioni bibliche sono lette da Giancarlo Dettori, la fotografia è di Liborio L’Abbate e Armando Madaffari, i testi di don Giuseppe Ghiberti e padre Mario Durando, le musiche originali di Louis Atzori, Gianni Formica e Luigi Venegoni.
Per le sue caratteristiche di completezza e di originalità il film è stato individuato dal Comitato per l’Ostensione della Sindone, composto da Regione Piemonte, Provincia, Città ed Arcidiocesi di Torino, come documentario ufficiale della manifestazione. Ha anche ottenuto l’approvazione del Comitato centrale del "Grande Giubileo del 2000" della Santa Sede.

APPUNTI SULLA STORIA DI PALAZZO LASCARIS
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Palazzo Lascaris è un esempio significativo di dimora signorile della Torino barocca. Pur rimaneggiato nei secoli ha, infatti, mantenuto le sue caratteristiche di edificio padronale sia nelle sue strutture esterne che interne: dallo scenografico atrio a quattro campate, con antiche colonne marmoree, (che per il costume dell’epoca doveva assolvere alle funzioni rappresentative nelle cerimonie di ricevimento), allo scalone d’onore; dagli aerei loggiati, alle raffinate sale auliche del primo piano.
Il palazzo, voluto dai Beggiamo di Sant’Albano, viene costruito tra il 1663 e il 1665 nell’isola di Santa Francesca romana della Contrada di San Carlo su un progetto, come evidenziato da molteplici critici, di Amedeo di Castellamonte.
Nel 1674 il palazzo passa a Gabriella di Marolles, favorita di Carlo Emanuele II, che, maritata a Carlo delle Lanze, conte di Sales, abbellisce il complesso grazie ad artisti quali il pittore milanese Stefano Maria Legnani che a Torino opera anche per la decorazione della Cappella dei Mercanti e di palazzo Carignano. Nel 1720 Gabriella di Marolles vende il palazzo ai marchesi Carron di San Tommaso che qui risiedono sino al 1803. In questo periodo lo stabile subisce le prime trasformazioni. Tra queste il prolungamento della manica occidentale.
Nel febbraio 1803 Giuseppina Maria Anna, ultima discendente della linea primogenita dei Carron di San Tommaso, sposa il marchese Agostino Lascaris di Ventimiglia. Da allora il palazzo assume il nome che porta tuttora.
La storia dei Lascaris è complessa. Basti però ricordare che nel 1263 il suo capostipite, Gugliemo Pietro dei Conti di Ventimiglia sposa Eudossia, figlia di Teodoro II Lascaris, imperatore di Nicea. In tal modo il nome ligure si associa per sempre a quello greco. Dal matrimonio tra Agostino Lascaris e Giuseppina Carron di San Tommaso nasce un’unica figlia, Adele o Adelaide Susanna che va in sposa al marchese Gustavo Benso di Cavour, fratello di Camillo. Oggi, a palazzo Lascaris, del grande statista rimane un suo ritratto, eseguito nel 1848 da Luigi Fogliola.
Nel 1833 Adele Lascaris Benso muore di parto appena ventiseienne. Il marito Gustavo si trasferisce con i figli, sempre a Torino, nell’avito palazzo di casa Cavour. I Benso mantengono tuttavia la proprietà di palazzo Lascaris sino al 1883 dandola però in affitto, dal 1861, al ministero dell’Interno, ad uso del Consiglio di Stato e, dal 1865, alla Corte di Cassazione.
Il palazzo cessa così di essere dimora privata per divenire sede istituzionale.
Alla scadenza del contratto con la Corte di Cassazione Giuseppina Benso di Cavour Alfieri di Sostegno vende il palazzo per 480.000 lire al Banco di Sconto e Sete.
Il complesso, che aveva mantenuto, sino ad allora, pressoché integra la proprietà originale, compresi giardini e rustici , viene smembrato dal Banco: la parte posta su via dell’Arsenale passa così alla Banca Tiberina che, demolite le vecchie costruzioni, edifica una palazzina a tre piani. A sua volta lo stesso Banco modifica alcune parti del palazzo ed aggiunge due gallerie sui lati del cortile
Nel 1904 il Banco di Sconto vende l’immobile alla contessa Tiretta. Questa nel 1917 lo rivende a Riccardo Gualino che, dal 1920, ne fa la sede della SNIA.
Il bombardamento di Torino del 13 luglio del 1943 colpisce in modo grave il Palazzo distruggendone un terzo.
Nel 1948 la SNIA-Viscosa vende l’immobile alla Camera di Commercio Industria ed Artigianato di Torino che, restaurato lo stabile, vi si insedia nel 1954.
Il 16 gennaio 1975 la Regione Piemonte acquista il palazzo dalla Camera di Commercio. Dal 1979, dopo quattro anni di restauri - nel corso dei quali sono, tra l’altro, scoperti, in due ambienti, già facenti parte dell’appartamento di Gabriella di Marolles, soffitti lignei a cassettoni decorati sulle pareti da stucchi e da due cicli di affreschi denominati, rispettivamente, "delle Allegorie" e "delle gesta di Sansone" - Palazzo Lascaris diventa la sede del Consiglio regionale del Piemonte.
L’aula consiliare, ricavata al di sotto del cortile, senza compromettere le strutture esterne, è stata rinnovata nel gennaio 1997.




SITI INTERNET E OPERE CONSULTATE
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La Santa Sindone. Solenne Ostensione nel IV centenario del trasferimento a Torino, opuscolo curato dal Comitato per l’Ostensione della Santa Sindone, Torino 1978, pp. 20-24.
C. GRISERI, Le immagini della Sindone nel Cuneese con notizie e curiosità storico ambientali, Bollettino della Società per gli Studi Storici, Archeologici ed Artistici della provincia di Cuneo, n. 106, I semestre 1992, pp. 173 - 189.
W. ACCIGLIARO, Immagini e storia: il culto della Sindone nell’Albese, Bollettino della Società per gli Studi Storici, Archeologici ed Artistici della provincia di Cuneo, n. 108, I semestre 1993, pp. 123 - 141.
G.M. PUGNO, La S.Sindone che si venera a Torino, SEI, Torino 1961, pp. 211-215; 254-259; 303-306.
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In occasione dell’ostensione della S.Sindone la Biblioteca del Consiglio regionale del Piemonte ha pubblicato un notiziario bibliografico dedicato alla Sindone.
Per informazioni tel. 011/57.57.371