Europa, migranti, frontiere. Diritti fondamentali e accoglienza dei profughi nell’Unione europea
21
Dal punto di vista teorico, Bobbio osserva come i diritti dell’uomo, per fondamentali che
siano, sono diritti storici. Questo significa che sono nati in certe circostanze, gradualmente, non
tutti in una volta e, soprattutto, non una volta per sempre.
Storicamente i diritti si affermano con il rovesciamento di prospettiva, provocato all’inizio
dell’età moderna dalle guerre di religione. Nelle società premoderne il rapporto era considerato
dal punto di vista dei governanti e l’individuo era considerato in funzione dello Stato. Al
contrario, nelle società moderne, l’individuo singolo ha valore per se stesso: prima viene
l’individuo, poi lo Stato.
I diritti nascono progressivamente, come risposta a nuovi bisogni, a nuove richieste di
libertà. Sempre Bobbio ha così distinto tre classi di diritti o libertà. Per primi si sono affermati i
diritti civili, che si caratterizzano come libertà dallo Stato. Di questi fanno parte il diritto alla
vita, alla proprietà, la libertà di pensiero, di parola, di religione, di associazione, le garanzie
processuali. Sono diritti civili anche il diritto di circolazione e quello di soggiorno, di centrale
importanza per quanto riguarda la migrazione. Questi diritti sono detti anche libertà negative,
nel senso logico del termine, in quanto implicano un non impedimento o una non costrizione.
In un secondo tempo sono stati propugnati i diritti politici. Diversamente dai precedenti,
questi si caratterizzano come libertà nello Stato, concependosi la libertà in maniera positiva,
come possibilità, detta con Rousseau, di obbedire alla legge che ci siamo prescritti. Il diritto
politico per eccellenza è, nelle democrazie rappresentative, il diritto di voto.
Infine sono stati proclamati i diritti sociali, che esprimono la maturazione di nuove
esigenze, di nuovi valori, quali il diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione. I diritti sociali sono
anche definiti come libertà per mezzo dello Stato, in quanto - diversamente dai diritti civili che
per affermarsi richiedono un non-fare dello Stato - implicano un fare positivo dello Stato
attraverso interventi protettivi da parte pubblica.
Con la
Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo
, approvata dalle Nazioni Unite nel
1948, si è compiuto un ulteriore passo avanti nell’estensione della sfera dei diritti, che non è
più circoscritta all’interno dei confini statali, ma diventa universale e investe tutti i singoli
individui che compongono l’umanità.
Dalla Dichiarazione universale del 1948, le trasformazioni economiche e sociali, lo sviluppo
della tecnologia, l’ampliamento delle conoscenze e l’intensificazione dei mezzi di
comunicazione hanno prodotto e continuano a produrre nuovi bisogni e nuove richieste di
libertà e di poteri. In risposta sono nati i diritti cosiddetti di terza e di quarta generazione, che
ampliano la sfera di quelli di prima (diritti civili e politici) e di seconda generazione (diritti
sociali). Così le Nazioni Unite hanno progressivamente integrato il contenuto della Dichiarazione
del ‘48, facendole seguire altre dichiarazioni e strumenti specializzati, che costituiscono un
sistema di norme internazionali a carattere universale.
Tuttavia i diritti, per quanto fondamentali, non sono assoluti, ma relativi. In molti casi un
certo diritto può entrare in concorrenza con altri diritti fondamentali. Pertanto la tutela di un