Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione
Mercoledì 13 maggio, con una specifica Comunicazione
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al Consiglio e al Parlamento
europeo, al Comitato Economico e Sociale e al Comitato delle Regioni, la Commissione
europea ha ufficialmente adottato la
European Agenda on Migration
, su cui, da molte
settimane, sono andate concentrandosi le attenzioni dei Governi e dei tanti soggetti che
variamente operano nell’ambito dell’asilo e dell’accoglienza dei migranti.
Le recenti e drammatiche stragi di profughi nel Mediterraneo, insieme al forte incremento
del numero di approdi soprattutto sulle coste italiane, hanno infatti costretto i singoli Stati
membri e le diverse Istituzioni UE a mettere al primo posto delle loro Agende politiche
questa emergenza. L’ultimo Collegio della Commissione è stato pertanto preceduto dal
Consiglio europeo straordinario del 23 aprile scorso e dalla Risoluzione votata dal
Parlamento europeo il successivo 28 aprile, con la quale sollecitano una definizione di
quote vincolanti per l’accoglienza dei richiedenti asilo ripartite tra tutti gli Stati membri e
maggiori finanziamenti ai programmi di reinsediamento.
I contenuti dell’Agenda possono essere enucleati in quattro linee essenziali:
1)
il potenziamento delle funzioni di soccorso e salvataggio in mare dei migranti
attraverso il rafforzamento (regole d’ingaggio) operativo e finanziario delle missioni
militari di controllo delle frontiere esterne (“Triton” e “Poseidon”) e dell’Agenzia di
coordinamento
Frontex
;
2)
il contrasto dei traffici di esseri umani attraverso una missione PESD mirata a
smantellare le reti del traffico internazionale e mediante una implementazione delle vie
legali per l'ingresso nell'UE dei profughi (possibile solo con un sistema d’asilo efficiente,
che operi già nei Paesi di partenza o di transito
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, e con una revisione delle politiche e delle
prassi dei visti);
3)
l’attivazione del sistema di risposta alle emergenze previsto dall'articolo 78, § 3 del
TFUE, al fine di garantire un’equa ripartizione tra tutti gli Stati membri dell’UE
dell’accoglienza e della tutela umanitaria dovuta ai profughi (con le eccezioni, a norma di
trattati, della Danimarca, del Regno Unito e dell’Irlanda);
4)
il rafforzamento delle competenze delle delegazioni UE nei Paesi terzi rispetto ai
fenomeni migratori e del ruolo della cooperazione allo sviluppo nell’affrontare parte delle
cause che sono all’origine delle migrazioni forzate (povertà, insicurezza, disuguaglianze,
ecc.).
Nel complesso, la Commissione propone di affrontare le emergenze connesse ai flussi dei
profughi agendo contemporaneamente su due assi differenti: quello della
politica della
difesa
, fondamentalmente mirata a proteggere gli stati da minacce esterne (nella
fattispecie, le reti di trafficanti) con strumenti essenzialmente militari, e quello della
1
COM(2015)
240
final
2
COM(2015) 240 final p. 14:
Strengthening
Safe Country of Origin provisions
of the Asylum Procedure
Directive to support the swift processing of asylum applicants from countries designated as safe.
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