Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione - page 122

Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione
3.
dal fatto che, di conseguenza, non operano “all’origine” del fenomeno, ossia
nei Paesi terzi (di partenza o di transito dei profughi), venendo a contatto solo
con gli effetti delle migrazioni forzate, e non con le loro cause.
ESPRIME ALLARME E PREOCCUPAZIONE
per la diffusione in tutti i paesi europei di movimenti populisti e xenofobi a fronte
dell’assenza di reali politiche relative ai controlli alle frontiere, all’asilo e
all’immigrazione (vedi: Parte terza, Titolo V, Capo 2 del Trattato sul Funzionamento
dell’Unione Europea);
RITIENE CHE
il ripetersi di stragi come quella del 19 aprile scorso possa essere evitato attraverso:
-
la creazione con urgenza di
un’Agenzia europea per il soccorso dei migranti che
rischiano di morire negli attraversamenti in mare, alternativa o complementare
a
Frontex
, come suggerito dal Consiglio Italiano per i Rifugiati
;
-
il potenziamento di politiche di vicinato attivo rispetto ai Paesi terzi di
provenienza e di transito dei profughi, mediante una implementazione
quantitativa e qualitativa degli strumenti della cooperazione internazionale, con
particolare riferimento ai processi di
Peacebuilding e Statebuilding
nei cosiddetti
“Stati fragili”;
-
un piano europeo di cooperazione allo sviluppo per il Medio Oriente e l’Africa
con la partecipazione strutturale delle agenzie ONU competenti in materia di
intervento umanitario anche al fine di superare la crescente creazione di
IDP
camps
(campi per rifugiati interni) nelle aree di crisi, concentrando per lungo
tempo i profughi in spazi di sussistenza precari, poco controllabili, con
l’effetto di creare vere e proprie “bombe” umanitarie aperte a infiltrazioni
criminali, pronte a implodere o a riversarsi in percorsi migratori
estremamente rischiosi.
-
l’organizzazione di canali umanitari accessibili, controllabili e sicuri,
controllati e gestiti da forze internazionali (ONU), con piani di accoglienza
equamente ripartiti tra gli Stati dell’UE, cui indirizzare i profughi nella
ricerca di salvezza, potenziando il ruolo delle Delegazioni UE nei Paesi fragili
e delle Ambasciate dei vari Paesi UE (vedi: Dichiarazioni programmatiche del
Consiglio europeo di Ypres del 26 e 27 giugno 2014 “Modernizzare la politica
comune in materia di visti agevolando i viaggi legittimi e rafforzando la
cooperazione consolare Schengen a livello locale”, EUCO 79/14, I, p.to 9). Tali
canali scoraggerebbero il ricorso ai traffici illegali di esseri umani, che allo
stato attuale, sono spesso l’unica soluzione di fuga per i profughi;
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