Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione - page 114

Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione
Enti regionali e locali nella fornitura di servizi pubblici alla popolazione residente e
servizi di inclusione alla popolazione immigrata.
Implementare un piano europeo straordinario di sviluppo
, ecologicamente e
socialmente sostenibile, qualificato da investimenti in R&S, infrastrutture, istruzione e
formazione professionale, sanità, crescita dell’efficienza energetica, riduzione delle
fonti energetiche inquinanti. Il piano avrebbe una duplice valenza. Una interna, diretta
a favorire un ammodernamento della struttura produttiva europea, con transizione
verso la frontiera tecnologica e un posizionamento più avanzato nella divisione
internazionale del lavoro. Ciò determinerebbe l’eliminazione di strutture produttive
che si reggono sul lavoro poco qualificato, spesso sommerso, strutture non
fiscalmente visibili, fondate sullo sfruttamento della mano d’opera immigrata. L’altra
esterna, di partecipazione ai processi di industrializzazione del resto del mondo con la
creazione di opportunità di lavoro autoctono e trasferimenti di
know how
. Entrambe
le valenze avrebbero l’effetto di ridurre l’intensità dei fattori di attrazione per l’
“emigrazione “economica” verso l’Europa e dei fattori di spinta nei paesi di origine.
L’intervento non rappresenterebbe però una forma surrettizia di freno ai movimenti
migratori perché, come dimostrano le esperienze di Stati Uniti, Regno Unito,
Germania e paesi scandinavi, sono già attivi movimenti migratori qualificati (le
migrazioni dei “talenti”) in entrambe le direzioni con fertilizzazione delle comunità
coinvolte e ciò nel pieno riconoscimento della libertà di stabilimento, senza le
costrizioni delle presenti “migrazioni economiche” o “migrazioni forzate”. Tuttavia
per potere essere terra di attrazione di “talenti” l’UE deve qualificarsi sul piano della
coesione civile e della partecipazione politica democratica e rilanciare la crescita
demografica.
Rilanciare la crescita demografica e la condivisione dei valori costituzionali
europei.
Il rilancio della crescita demografica e la qualificazione del nostro modello di
società civile e dei suoi valori universali portanti, costituiscono fattori di sviluppo
socio-economico e di affermazione di un’identità europea, fondata sul “patriottismo
costituzionale europeo”, aperta verso le altre culture e, pertanto, più orientata
all’innovazione. Ai fini del rinnovamento generazionale, si afferma la necessità di
riformare il nostro
welfare
, introdurre formule di coesione comunitaria extra-
familiare al fine di rendere compatibile il lavoro femminile con la maternità,
promuovere il volontariato per evitare l’isolamento sociale degli anziani, favorire i
processi educativi dei giovani alla cittadinanza attiva, alla partecipazione politica
democratica e di adesione ai valori fondanti europei. In questa direzione va
considerata la possibilità di introdurre forme di
servizio civile europeo
obbligatorio
1
al raggiungimento della maggiore età, successivamente aperte al
volontariato, con il coinvolgimento anche dei cittadini dei paesi terzi stabilmente
residenti nei nostri paesi e dei loro figli nell’ambito dei percorsi di acquisizione della
cittadinanza nazionale ed europea. Non va dimenticato che la partecipazione di
cittadini immigrati al modello europeo di Stato di diritto e di governo democratico, di
responsabilità fiscale, di contribuzione al sistema di assistenza sociale e sanitaria, di
1
La creazione di un servizio civile europeo obbligatorio, quale servizio del cittadino alla comunità deve
diventare una componente formativa per l’esercizio del “patriottismo costituzionale”, di adesione civica
ai valori espressi dalle Carte costituzionali nazionali e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’UE.
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