Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione - page 107

Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione
Il fenomeno dell’immigrazione nell’UE in provenienza dai paesi terzi ha una sua prima
articolazione in:
a)
flussi di persone in entrata verso i paesi dell’UE;
b)
popolazione dei paesi terzi residente nei territori dei paesi UE.
A)
I flussi migratori successivi al 2000
non costituiscono un fenomeno omogeneo,
gestibile con modalità univoche. Le persone e i gruppi che li animano dimostrano,
infatti, di muoversi per cause e bisogni spesso molto differenti, che condizionano in
maniera spesso diversa il loro cammino d’inserimento nelle società ospiti
(accoglienza/integrazione). In termini generali, possiamo ripartire i flussi come
segue:
Migrazioni forzate
: ossia, le migrazioni di profughi che scappano da condizioni di
guerre e carestie, cui i paesi europei sono tenuti a dare adeguata
protezione
(diritto d’asilo) mediante il riconoscimento dello status di “rifugiato politico” e la
realizzazione di effettivi percorsi di tutela umanitaria.
Migrazioni economiche
(anche dette “migrazioni per legittimo interesse”): ossia
le migrazioni di chi solitamente si sposta alla ricerca di un miglioramento
economico o per altre legittime motivazioni (studio, cure mediche,
ricongiungimenti, ecc…). Tali migrazioni sono regolate mediante i “decreti flussi”
nella normativa italiana.
B)
Per quanto attiene alla
presenza migrante già residente nei territori europei
, si
pone innanzitutto il bisogno di garantire a essa pari accesso ai servizi fondamentali
evitando qualsiasi discriminazione (art. 21 della Carta di Nizza) e realizzando forme di
integrazione
conformi alle indicazioni europee che facilitino percorsi di acquisizione
della “cittadinanza”.
Accanto a questo aspetto, va considerato sempre di più l’accrescersi di migranti che, a
causa della crisi economica e di norme nazionali particolarmente restrittive, perdono
la possibilità di rinnovare il “soggiorno”. Spesso le persone coinvolte si ritrovano prive
della possibilità materiale di rientro in patria, e finiscono col cadere nell’irregolarità.
Emerge così un aspetto perverso delle politiche securitarie che diventano di fatto
generatrici di condizioni di illegalità (clandestinità).
3)
LE RISPOSTE POLITICHE E NORMATIVE DELL’UE PER LA GESTIONE DEI
FENOMENI MIGRATORI
L’Unione Europea ha cominciato a elaborare un piano per politiche condivise in materia di
immigrazione con il
Consiglio europeo di Tampere
del 1999, nel quale fu posto fortemente
l’accento sul contrasto ai flussi irregolari di migranti e sull’esigenza di controlli delle
frontiere dei paesi dell’Area Schengen.
Successivamente, con il
Programma de L’Aia
del 2004, fu delineata una
impostazione
equilibrata
per la gestione dei flussi migratori per il periodo 2004- 2009. Se per un verso
fu organizzata una gestione integrata delle frontiere esterne dei paesi dell’Unione
mediante la creazione e il rafforzamento dell’Agenzia di controllo
Frontex
, per altro verso
furono messe in rilievo l’esigenza di una politica d’asilo comune e la massimizzazione delle
ricadute positive dell’immigrazione sui contesti sociali ed economici europei.
105
1...,97,98,99,100,101,102,103,104,105,106 108,109,110,111,112,113,114,115,116,117,...128
Powered by FlippingBook