Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione - page 109

Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione
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I VINCOLI NAZIONALI PER UNA EFFETTIVA POLITICA COMUNE PER
L’IMMIGRAZIONE
Nell’incontro “L’Europa incontra i cittadini” del 21 febbraio 2013 a Torino, il Commissario
Cecilia Malmström aveva sottolineato l’impegno della Commissione UE per
unificare gli
standard di accoglienza dei rifugiati politici
, unitamente al varo del
sistema di
sorveglianza delle frontiere
Eurosur
destinato a migliorare sia la
sicurezza delle
frontiere comuni
europee, sia
la tutela dei diritti a chi cerca accoglienza nell’UE
. Sono
tutti punti fondamentali per la costruzione dello “spazio di libertà, sicurezza e giustizia”
richiamato dai Trattati e di affermazione universale dei principi di solidarietà e
responsabilità riconosciuti dalla Carta di Nizza verso ogni essere umano (in particolare,
vedi artt. 1, 6 e 21).
Le difficoltà che incontrano, tuttavia, la Commissione e il Parlamento europeo nel varare
Direttive e programmi di indirizzo risentono dei differenti approcci nazionali condizionati
dalla difforme esposizione ai flussi di arrivo e dai vincoli politico-sociali locali. Negli ultimi
venti anni i flussi in arrivo hanno interessato in particolare i paesi euro-mediterranei
(Grecia, Malta, Italia e Spagna) nel momento stesso in cui si esaurivano i loro flussi
migratori verso l’Europa del Nord. Gli stessi paesi euro-mediterranei sono, in parte,
divenuti terreno di transito dei flussi migratori dai paesi terzi verso i paesi nord-europei. Il
difficile controllo delle frontiere comuni esterne, l’abolizione dei controlli alle frontiere
interne (area Schengen), la mancanza di omogeneità nelle politiche di accoglienza, il
sopravvenire della crisi economica e della crescente difficoltà di gestire le politiche di
accoglienza a livello locale, hanno generato reazioni da parte delle popolazioni autoctone,
la diffusione quasi ovunque di movimenti politici populistici e xenofobi e, allo stesso
tempo, frizioni tra governi degli Stati membri. Emergono, soprattutto, i limiti dei Trattati
UE che ancorano l’approccio immigrazione, accoglienza e asilo al controllo delle frontiere
esterne, non prospettano l’intervento comunitario nei confronti delle situazioni di crisi
nelle aree esterne che sono all’origine dei movimenti migratori, né impegnano i singoli
Stati membri all’armonizzazione delle rispettive disposizioni legislative e regolamentari
per l’integrazione dei cittadini di paesi terzi regolarmente soggiornanti
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Vedi art. 79.4 del Trattato sul funzionamento dell’UE.
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