Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione - page 93

Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione
missioni di valutazione del prodotto pedagogico alla luce dell’esperienza con i
giovani, insieme a tutta la C.P.; ha contribuito alla stesura finale del documento
pedagogico. Infine, ha curato la traduzione del documento finale in arabo e
francese.
Una seconda esperienza di mediazione interculturale nella cooperazione allo
sviluppo ha richiesto sempre lo stesso profilo professionale della precedente. In
questo caso, si è trattato di realizzare un manuale di sostegno psicosociale di
gruppo rivolto a donne perenti di vittime che hanno perso la vita nel tentativo di
migrare e di cui non si è trovato il corpo.
I contesti rurali tradizionali ai quali appartengono queste donne non
favoriscono l’uso dello strumento del sostegno psicologico e sociale classico,
comunemente in uso con i gruppi di auto-aiuto in Europa o nei moderni contesti
urbani nei paesi del sud del mondo. Per questo, i tentativi delle psicologhe
marocchine che usano strettamente strumenti di psicoterapia occidentale hanno
mostrato il loro limite nel coinvolgere queste donne.
L’équipe psicopedagogica interculturale è, quindi, partita dall’Italia per
sostenere le operatrici locali ad analizzare l’esperienza maturata. Nei gruppi di
parola realizzati sono emersi: riferimenti alla “perdita” aggravata dall’assenza del
corpo per l’elaborazione del lutto, quale punto essenziale che determina tutto il
vissuto emotivo attuale di queste donne; riferimenti alla richiesta di giustizia
(aiuto legale per le formalità e aiuto materiale per sostituire la mancanza del capo
famiglia).
La morte, l’assenza del corpo, i rituali del lutto sono elementi profondamente
ancorati ai rituali del gruppo e trovano la loro essenza nelle tradizioni: queste
donne sono esperte della tradizione, perché sono analfabete e portano solamente
una cultura orale non “contaminata” con la scolarizzazione o con la televisione.
L’etnopsichiatria è facile da applicare per un esperto occidentale con soggetti di
altre culture. Ma nei Paesi del sud del mondo, questa materia trova troppe
resistenze, forse perché la psicologia classica stessa è in cerca di riconoscimento e
di legittimazione come scienza universale e rischierebbe di confondersi con le
terapie tradizionali fortemente esistenti e radicate nel Nord Africa. I clinici locali, ai
quali sono stati presentati i disegni e i racconti di queste donne, avevano concluso
le loro analisi considerando questi prodotti come materia per
l’higiéne mentale
,
ovvero per la psicopatologia.
L’appartenenza del mediatore interculturale alla stessa cultura è stata
determinante per introdurre il confronto attorno della “preghiera dell’assente”,
come è stata determinante nel riconoscere nei disegni realizzati dalle donne i
simboli usati nel ricamo e nella fabbricazione dei tappeti, ciò che permette loro di
esprimere e apprezzare il valore delle loro stesse competenze produttive e poi
passare al tema delle prospettive.
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