Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione
La riforma migratoria, promessa da Obama fin dall’inizio del suo primo
mandato ed elemento centrale della sua campagna elettorale, non è stata possibile
per l’opposizione frontale dei Repubblicani e per l’attivismo del Tea Party, che ha
riorientato la propaganda dalla difesa del libero mercato, a favore dello “stato
minimo” e contro le tasse verso la supposta “
invasione
” dei migranti, in particolare
ispanici. Obama non ha mai forzato per non prestare il fianco agli attacchi
forsennati dei Repubblicani e per non inimicarsi settori di elettorato che, sulla
questione, hanno un orientamento oscillante tra la carità umanitaria e la supposta
difesa dei confini, quindi dei posti di lavoro, dell’identità e della “cultura” degli USA.
Dopo le elezioni di
midterm,
che hanno consegnato il controllo del Congresso ai
Repubblicani, Obama ha deciso di “
rompere gli indugi”
e di usare i suoi poteri
esecutivi per promulgare un provvedimento ad ampio raggio sulla questione
dell’immigrazione. Varato il 21 Novembre scorso, dà una risposta parziale a circa
metà degli oltre dieci milioni di “
latinos
” irregolari presenti oggi negli USA. Il
meccanismo è piuttosto articolato e non è assimilabile ad una sanatoria. È
caratterizzato dalla moderazione e dalla prudenza. In estrema sintesi, il
provvedimento prevede che i genitori dei minori che hanno la cittadinanza
americana (negli USA esiste lo
jus soli,
per cui chi vi nasce ne è conseguentemente
cittadino), fino ad oggi sottoposti al rischio di espulsione anche se da anni lavorano
negli Stati Uniti, possano fare richiesta di permesso di soggiorno per tre anni. Le
condizioni sono di essere nel paese da almeno 5 anni e di non aver commesso reati
(cosa improbabile perché sarebbero già stati espulsi). Se, nei tre anni, lavorano e
rispettano rigidamente regole e leggi degli USA, possono ottenere la
green card
ed
aspirare alla cittadinanza. Il provvedimento prevede anche la regolarizzazione di
quelli che sono entrati da minori nel paese e ci vivono almeno dal 2007 (si tratta di
circa 300000 persone). Questi stessi potranno avviare richiesta di ricongiunzione
familiare con qualche chance in più di vederla accolta. Inoltre verrà chiuso un
programma piuttosto controverso chiamato “Comunità sicure”, che permetteva
alle polizie locali di trattenere gli immigrati arrestati fino a quando i loro casi non
venivano analizzati dagli agenti federali dell’immigrazione. Questo sistema sarà
rimpiazzato con una nuova soluzione grazie alla quale i migranti arrestati
dovranno sempre fornire le loro impronte digitali, ma in compenso spetterà alle
agenzie locali stabilire se avvisare quelle federali per un’avvenuta violazione della
legge sull’immigrazione.
Queste aperture registrano una situazione di fatto per cui milioni di migranti,
di cui gli USA non possono fare a meno e che lavorano in nero, in una condizione di
invisibilità ed impossibilitati ad accedere a servizi primari quali il “
medicare
”, e
favoriscono l’emersione di queste persone che così potranno, argomento assai caro
ai Repubblicani che, come è noto, sono particolarmente sensibili alla fedeltà fiscale
degli strati più svantaggiati della popolazione, “
pagare le tasse
”. L’altra faccia della
medaglia consiste nel fatto che Obama ha richiesto fondi aggiuntivi (3,7 miliardi di
dollari) per il rafforzamento delle frontiere, cioè per contrastare ancora più
duramente l’immigrazione “
clandestina
” degli ispanici.
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