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Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione
Vicepresidente Zonafranca Spazi intercuturali Onlus
1. Migrazioni e dimensione storica: un orizzonte in gran parte da
esplorare
Troppo spesso sentiamo parlare di migrazioni come di un fenomeno
circoscritto al presente, senza una sua profondità storica e senza una “memoria”
che possa trasmetterne testimonianze e tracce. Si tratta di un’evidente forzatura,
poiché le migrazioni appartengono all’essenza stessa dell’umanità e ne segnano
tutta la storia. Di fatto, è praticamente impossibile pensare alla demografia di un
qualsiasi stato senza riconoscervi dei movimenti migratori (immigratori,
emigratori o di mobilità interna) e la loro incidenza nel suo sviluppo storico.
Il problema sta, semmai, nella reperibilità dei documenti in grado di
restituirci il fenomeno “storicamente” – ossia, relativamente a epoche e situazioni
distanti da quella attuale - e nel metodo da adottare per comprenderne importanza
e connessioni con altri fenomeni storici.
Per quanto riguarda il primo aspetto, non c’è alcun dubbio che le fonti
primarie per analizzare correttamente le migrazioni siano le fonti archivistiche. Si
va da documenti di “viaggio” o “di approdo” (ad esempio, i fogli di partenza o di
attracco delle navi conservati negli archivi portuali, i passaporti dei fondi delle
Questure, le schede di ingresso dei migranti nei vari stati, ecc.), ai censimenti delle
popolazioni, ai registri delle diaspore e delle minoranze religiose, ai fascicoli
concernenti i rifugiati politici e i perseguitati, alle documentazioni coloniali e a
quelle militari. Si tratta di un vastissimo patrimonio documentale “fisicamente”
disseminato in un numero molto esteso di archivi ubicati in varie parti del mondo,
la cui interrogazione si è rivelata, sino ad ora, oggettivamente difficoltosa, se non
addirittura impossibile, con la conseguenza di dare spesso corso a concezioni delle
migrazioni poco correlate e avulse dai loro protagonisti – le persone fisiche, le
famiglie, i gruppi umani.
Grazie ai recenti progressi delle nuove tecnologie informatiche, i problemi
legati alla consultazione di queste fonti appaiono, però, in via di superamento.
Negli ultimi dieci-quindici anni, il numero di archivi storici digitalizzati immessi
nella rete internet è risultato costantemente in crescita, con il prezioso risultato di
rendere accessibili e interrogabili fondi e documenti in precedenza preclusi. I
vantaggi appaiono molteplici: consultando direttamente i documenti, si ha la
possibilità di spostarsi virtualmente nel tempo (l’arco temporale degli archivi
digitalizzati raggiunge, a ritroso, il secolo XVII) e nello spazio (è possibile
consultare e mettere a confronto archivi europei, sudamericani, nordamericani,
africani, ecc.); di entrare in contatto con le fonti primarie; di verificare, infine, le
interpretazioni date a fenomeni complessi.
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