Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione - page 81

Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione
terra dei fuochi e gli italiani non se la passano tanto meglio). Il tutto gestito e
controllato da una fitta rete di caporali in combutta con i proprietari dei fondi o
alle dipendenze delle grandi organizzazioni criminali e sotto gli occhi di autorità,
forze dell’ordine ed istituzioni. Anche di questo abbiamo raccolto testimonianza e
documentazione nel corso della nostra Carovana.
Da ultimo, la vergogna dei CARA (Centri di Accoglienza per i Richiedenti
Asilo), che dovrebbero accogliere, per un tempo breve, i migranti che sfuggono da
situazioni di guerra e persecuzione in attesa dell’accoglimento o del respingimento
della loro pratica. Anche in questo caso, i tempi di attesa sono lunghissimi, le
condizioni di vita pessime, le restrizioni della libertà personale e della possibilità di
cercare opportunità di lavoro al di fuori assolutamente insopportabili. E, nel caso
in cui arrivi il sospirato permesso per ragioni umanitarie, vengono loro consegnate
alcune centinaio di euro, il permesso, un foglio di viaggio ed una possibile
destinazione nel Nord in cui cercar fortuna. Fuori dall’Italia i loro documenti sono
carta straccia e loro sono confinati all’interno del nostro territorio da cui, nella
maggior parte dei casi, vorrebbero andarsene il prima possibile. Poche volte le
Istituzioni hanno cercato destinazioni concordate con gli Enti Locali che, in quei
casi, si facevano carico delle prime necessità dei rifugiati (un tetto ed un possibile
lavoro).
Ciò non vuol dire che i migranti si rassegnino a rimanere in Italia: l’ultimo
capitolo della loro odissea consiste nel tentare di raggiungere clandestinamente il
paese di destinazione finale, con qualsiasi mezzo possibile. Si affidano, spesso, a
passeurs
legati alla criminalità che, dietro lauto compenso, li accompagnano nel
loro viaggio. Non esistendo una banca dati europea, non siamo in grado di sapere
se tutti quelli che partono arrivino effettivamente. Vi sono molte segnalazioni di
persone scomparse senza lasciare tracce. Dato che non esistono indagini ufficiali
non siamo in grado di precisarne né entità né circostanze.
A questo proposito, durante la nostra
Carovana
, siamo stati accompagnati da
una madre e due padri tunisini che, dal 2011, cercano i loro figli scomparsi. Molti
indizi da loro prodotti (foto, immagini filmate) sembrerebbero dimostrare che i
ragazzi sono sbarcati a Lampedusa e, successivamente, sono stai inghiottiti dal
nulla. I tunisini sostengono che hanno notizia di più di 500 casi simili ai loro. Le
molte richieste rivolte ai governi italiano e tunisino, che si sono formalmente
impegnati più volte a chiarire le circostanze delle scomparse, non hanno ottenuto
alcuna seria risposta. Per questo, dopo essere stati ricevuti in delegazione dalla
Commissione Speciale per i Diritti Umani presieduta dal senatore Manconi,
abbiamo preparato un dossier che abbiamo consegnato alla Commissione ed al
Comitato “Giustizia per i nuovi desaparecidos” fondato da Enrico Calamai, ex
console in Argentina negli anni della dittatura (una sorta di Schindler italiano) e
che vede, tra i suoi componenti, l’ex deputata di origine dominicana Mercedes Frías
ed il padre eritreo Mussie Zerai, conosciuto come “l’angelo dei rifugiati”. Se si
avviasse, sui tre casi da noi presentati, un’indagine formale della Magistratura, si
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