Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione - page 71

Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione
concretamente verso un mondo più progressivo e pacifico e nello stesso tempo
costruire i pilastri fondamentali della futura federazione mondiale.
Il secondo percorso fondamentale di una politica di unificazione mondiale è
rappresentato dalla rifondazione e dal rafforzamento dell'organizzazione
internazionale globale. Se esistono chiaramente problemi fondamentali che devono
essere affrontati a livello globale, non è d'altra parte possibile realizzare a tale
livello un'integrazione approfondita come quella realizzabile su scala regionale,
dove la maggiore interdipendenza, la relativa vicinanza, la comunanza culturale
rendono già oggi possibili, anche se assai difficili, istituzioni sopranazionali a
vocazione federale. Si deve inoltre tenere conto del fatto che a livello mondiale
devono essere coinvolti Stati non ancora democratici. Ciò non toglie che si debbano
e si possano realizzare riforme di grande rilevanza dell'organizzazione
internazionale globale, apprestando strumenti che affrontino in modo decisamente
più efficace i problemi di sicurezza sul piano economico, militare ed ecologico, e i
problemi della globalizzazione dei diritti umani, realizzando, in particolare, una
istituzionalizzazione (attraverso una qualche forma di tassazione mondiale) della
solidarietà fra paesi ricchi e paesi poveri, tra ceti sociali dei primi e ceti sociali dei
secondi. Questa sottolineatura non è casuale in quanto i flussi migratori, per
limitarci a questo nodo, sono ormai un’emergenza sociale del nostro secolo e non
interessano solo l’Europa. Sono il portato della globalizzazione, della circolazione
dell’informazione e del progresso nei mezzi di trasporto, ma anche della diffusa
presa di coscienza delle differenti opportunità di sviluppo e delle disuguaglianze
sociali e territoriali. Emergenze migratorie che interessano, oltre l’Europa, anche
l’Australia esposta ai flussi provenienti dal Sud Est asiatico, gli Stati Uniti
d’America considerati meta di elezione dei popoli latino-americani e in particolare
dei messicani. Senza dimenticare i flussi interstatali all’interno del continente
africano, del mondo arabo, dell’America latina e del sub continente indiano.
I due pilastri qui sommariamente descritti della politica di unificazione
mondiale sono organicamente correlati, nel senso che si rafforzano
reciprocamente. Questa correlazione appare particolarmente chiara nel discorso
sulla riforma del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, in cui dovrebbero essere presenti
gli Stati continentali esistenti e le espressioni istituzionali dei processi di
integrazione regionale, a cominciare ovviamente da quella europea.
La politica di unificazione mondiale non può non avere come soggetti
trainanti le grandi democrazie. Le grandi democrazie hanno in effetti non solo un
interesse vitale a questa politica, dal momento che il sistema democratico non può
sopravvivere in un mondo sempre più interdipendente e avviato a una
conflittualità esasperata, generalizzata e senza percepibili vie d'uscita; ma hanno
anche le risorse materiali (economiche, tecnologiche, di capacità di azione
internazionale) ed etico-politiche (solo le democrazie, che sono fondate sulla
limitazione costituzionale del potere, sono in grado, strutturalmente, di accettare
la limitazione consensuale del potere all'esterno, e in esse inoltre sono operanti i
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