Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione
diventi un aspetto del rafforzamento dell'ONU, a disposizione della quale devono
essere poste le forze di sicurezza europee. Questa scelta deve avere un ancoraggio
formale e solenne nella Costituzione europea, la quale deve non solo indicare nella
pace la finalità guida della politica estera europea, ma anche specificare l'impegno
alla limitazione della sovranità a favore dell'ONU e la programmatica disponibilità
delle forze armate europee per i compiti di polizia internazionale.
2. Questo principio ispiratore - la difesa europea come momento della
formazione della polizia internazionale - ha tutta una serie di implicazioni concrete
in termini di rapida mobilità, integrazione organica con i corpi di pace, capacità di
stanziamento a lungo termine in Medio Oriente e in Africa (nel quadro della
politica a favore delle integrazioni regionali). A questo riguardo l'introduzione del
servizio civile obbligatorio (con la possibilità di compierlo a livello locale o
nazionale o sopranazionale) dovrebbe essere un aspetto cruciale del ruolo
mondiale dell'Europa.
3. Per quanto riguarda le armi di distruzione di massa, la politica europea
dovrà sviluppare una strategia contro la loro proliferazione, ma anche per la loro
eliminazione. In questo quadro sarà d importanza l'impegno (con un ancoraggio
costituzionale) a trasferire ad un'ONU riformata e rafforzata questo tipo di armi
che la Federazione europea erediterà dagli eserciti nazionali.
4. Quando si parla di difesa europea emerge normalmente il discorso sui suoi
costi enormi e, quindi, sulla sua incompatibilità con il mantenimento dello stato
sociale. Questo argomento non tiene conto del fatto che le dimensioni della spesa
militare americana (che viene presa come punto di riferimento) derivano dalla
posizione degli USA di unica superpotenza e perciò spinta a dare una risposta
egemonica al problema della governabilità del mondo. In realtà, ai fini di una
politica di unificazione mondiale che l'Europa federale con una politica estera, di
sicurezza e di difesa unica sarebbe in grado di attuare, non sarebbe assolutamente
necessario aumentare la spesa complessiva. Per rendersene conto, basta pensare
agli sprechi enormi derivanti dalla divisione nazionale della spesa europea, dalla
mancata standardizzazione degli equipaggiamenti, dalla dispersione e
sovrapposizione delle attività di ricerca. Questi sprechi comportano che, per
esprimere una capacità militare pari a quella americana, gli europei dovrebbero
spendere cinque o sei volte di più degli americani. Per contro la creazione di forze
armate federali europee permetterebbe enormi risparmi, e quindi un'efficienza
militare adeguata ai compiti di sicurezza cui è chiamata l'Europa, senza aumentare
(e anzi tendenzialmente diminuendo) il livello attuale della spesa complessiva. Con
un potenziale risultato non indifferente: quello di liberare risorse per la
cooperazione allo sviluppo e la stabilizzazione delle aree di crisi diffuse nel mondo.
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