Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione - page 17

Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione
Segretario Federazione regionale piemontese AICCRE
L’Unione Europea ha un urgente bisogno di affrontare il nodo
dell’immigrazione con una strategia unica in cui si combinino interventi di politica
di asilo e di accoglienza con interventi di politica estera e di sicurezza integrati
dalla cooperazione allo sviluppo. La posta in gioco è la difesa della nostra
democrazia e delle tutele garantite dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione
Europea (Carta di Nizza) e di questo se n’è reso conto, parzialmente, anche il nuovo
Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker che nel suo
programma di legislatura si è impegnato per una politica dei diritti, di
immigrazione inclusiva, di contrasto dei traffici illeciti.
Tuttavia, a distanza di mesi da tali enunciazioni programmatiche, i flussi in
arrivo non si arrestano, il Mediterraneo assiste ripetutamente a nuove tragedie
umane, la criminalità internazionale continua a gestire impunita le “rotte della
speranza”, il governo italiano chiede interventi urgenti dell’UE e dell’ONU e nel
frattempo fa compiere alla marina militare esercitazioni dinanzi alle coste libiche.
A ciò si aggiunge che, da parte di larghi settori della popolazione europea, si
manifesta una crescente reazione nei confronti degli immigrati che alimenta la
forza elettorale di movimenti politici xenofobi e populistici e che rischia di mettere
in discussione il nostro sistema democratico e di tutela dei diritti umani. L’innesto
nelle comunità storiche di nuova popolazione caratterizzata da povertà, abitudini
private, credenze religiose, comportamenti sociali molto diversi crea numerose
tensioni. Determina discriminazioni sociali e abbandono di quartieri e rottura di
relazioni sociali comunitarie. Proprio per tali ragioni – la popolazione immigrata va
in ogni modo inserita nel corpo sociale ospitante - occorre porre sotto controllo il
fenomeno migratorio per renderlo sostenibile per l’Europa e per gli stessi
migranti, da un lato, e contrastare le cause che incidono sulla sua origine e sulla
gestione illecita dei traffici, dall’altro lato. Il compito non è da poco, ma non
intervenire produce effetti contrari a quelli desiderati da chi si appella senza
riserve all’imperativo della solidarietà e della tutela dei diritti umani. Non si
possono accettare né accondiscendenze politico-giuridiche né atteggiamenti
razzisti e coercitivi.
Occorre pertanto aprire una discussione approfondita sull’immigrazione, e
sulle dovute risposte che devono essere impostate dall’UE e dagli Stati membri
perché possa essere rispettato, innanzitutto, il diritto cosmopolitico di
stabilimento e l’immigrazione possa rispondere in modo ordinato al fabbisogno di
nuove energie umane da parte di un continente in calo demografico. La sfida deve
permettere di salvaguardare il modello europeo, democratico e sociale, dati i
cambiamenti strutturali, politici, economici e sociali, che sono in corso in Europa e
nel mondo.
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