Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione - page 26

Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione
debolezza dello Stato in Libia e altrove. Tali condizioni spiegano anche l’estensione
di movimenti estremisti, come Boro Hakam, in Nigeria.
In questo triplice quadro si colloca l’emergere del confronto tra Arabia
Saudita e Iran determinato dal programma nucleare di quest’ultimo che potrebbe
portare anche allo sviluppo di una capacità nucleare militare di Teheran. Di qui il
tentativo dell’Arabia Saudita, di altre petromonarchie e della Turchia di sfruttare la
timida “primavera araba” di Damasco per scatenare una rivolta contro il regime
alauita degli Assad per spezzare il fronte degli altri alleati dell’Iran, quali il governo
scita iracheno e il movimento libanese Hezbollah. Il gioco non è riuscito perché,
sebbene duramente colpito, il regime di Assad ha tenuto nelle sue componenti
fondamentali dei servizi di sicurezza, dell’esercito e dell’aviazione ed è stato
massicciamente sostenuto dalla Russia, dall’Iran e da Hezbollah. D’altra parte la
rivolta siriana è stata condotta solo in parte dalla popolazione sunnita e dalle
diserzioni dell’esercito, mentre la maggior parte dei combattenti contro il regime
sono miliziani provenienti da altri paesi arabi, in particolare da Tunisia e Libia, e
da alcune migliaia di giovani immigrati arabi di seconda generazione residenti in
Europa e in altre parti del mondo che hanno raggiunto la Siria attraverso le
frontiere generosamente aperte della Turchia.
A seguito della tenuta del regime siriano, dalla scorsa estate 2014, ha fatto la
comparsa in Mesopotamia lo Stato islamico frutto dell’alleanza delle formazioni
estremiste, staccatesi da al Qaida, inizialmente finanziate dall’Arabia Saudita e da
altre monarchie del Golfo, con i clan sunniti già sostenitori di Saddam Hussein
estromessi dal potere in Iraq dai governi d’ispirazione sciita sostenuti inizialmente
dagli Stati Uniti dopo l’invasione del paese nel 2003. Lo Stato islamico aspira a un
riconoscimento come entità statale che potenze occidentali, curdi, iraniani, siriani
e sciiti iracheni e le stesse petromonarchie non possono accettare. La cronaca
testimonia in Mesopotamia raccapriccianti esecuzioni di prigionieri, la
persecuzione di minoranze etniche e religiose, la distruzione di relazioni
comunitarie e di patrimoni culturali alimentati da differenti etnie e professioni
religiose che per secoli sono vissute nel rispetto reciproco. Non può infine sfuggire
che la destabilizzazione dell’Iraq, la guerra civile in Siria, l’avanzata dello Stato
islamico in Mesopotamia, hanno provocato centinaia di migliaia di morti, la fuga di
milioni di profughi verso gli Stati vicini (Turchia, Libano e Giordania) e verso
l’Europa. A essi si aggiunge un secondo flusso inarrestabile di profughi disperati, in
cerca di asilo, che tentano di approdare sulle coste europee, spinti dalla povertà
dell’Eritrea e del Sahel, dall’assenza di Stato in Somalia, Libia, Nigeria, dalle
precarie condizioni sanitarie e dalle guerre locali.
24
1...,16,17,18,19,20,21,22,23,24,25 27,28,29,30,31,32,33,34,35,36,...128
Powered by FlippingBook