Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione - page 30

Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione
Con l’Africa va riaperta una forma di collaborazione aggiornando la storica
“Convenzione di Lomé” nel quadro di una cooperazione politica sorretta da organi
comuni di gestione intergovernativi e parlamentari. Non va dimenticato che nel
2004 è stata fondata ad Atene un’Assemblea Parlamentare Euro Mediterranea e
questa istituzione, decisiva per i processi di democratizzazione, potrebbe essere
valorizzata e replicata nei rapporti con l’Africa. Le due organizzazioni potrebbero
assolvere nei rapporti con le rispettive aree la funzione complementare all’OSCE
che ha sul nostro continente il Consiglio d’Europa
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.
8. Una politica di asilo e accoglienza orientata all’inclusione
L’intervento di politica estera e di sicurezza e di cooperazione allo sviluppo
non può essere disgiunto dal varo di una politica di asilo e di accoglienza. Al
momento, la tutela dei diritti politici, sociali ed economici della popolazione
immigrata risulta confusa, incerta e contraddittoria. Occorre ricordare, essendo già
stato sottolineato, che le politiche nazionali messe in atto non sono riuscite ad
affrontare i temi dell’accoglienza e dell’inclusione, non hanno tutelato per intero i
diritti individuali, civili e sociali della popolazione immigrata.
I tentativi della Commissione europea di ravvicinare lo status giuridico dei
cittadini dei paesi terzi a quello dei cittadini dei paesi membri, offrendo ai residenti
stabili la cittadinanza del paese di residenza si sono infranti contro la volontà del
Consiglio di svuotarne i contenuti e la portata innovativa. Questo è il frutto
dell’applicazione inopportuna del principio di sussidiarietà nel campo delle
politiche di asilo, accoglienza e immigrazione che spinge ciascun governo nazionale
a scaricare sui paesi partner UE i propri problemi in un gioco a somma negativa. In
realtà, un’efficace politica europea di inclusione dovrebbe porsi a cavallo di una
politica domestica per lo sviluppo e di una politica estera e di sicurezza e di una
politica di cooperazione allo sviluppo, tutte condotte da un governo federale
europeo, in modo da potere considerare, oltre al piano di sviluppo considerato nel
precedente paragrafo 6
2
:
1.
Una programmazione europea dei flussi migratori, a cominciare da quelli
che muovono dalle sponde del Mediterraneo, con regole europee d’ingresso,
accoglienza e primo inserimento;
2.
La costituzione di un’Agenzia europea del lavoro per l’inserimento nelle
attività lavorative legali o in attività di formazione sia dei cittadini sia degli
immigrati;
3.
La fine della discriminazione (a sensi dell’art. 21.2 della Carta di Nizza)
esercitata nei confronti degli immigrati regolari che lavorano e contribuiscono alla
produzione del Pil, pagano imposte e contributi, rispettano le leggi. Essi sono
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Il Consiglio d’Europa raccoglie 47 Stati membri e dispone significativamente dei seguenti organi:
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Cfr. Risoluzione della Direzione nazionale del Movimento Federalista Europeo del 23 gennaio 2010.
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