Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione - page 32

Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione
regime di cittadinanza europea ignora, infatti, il problema dell’integrazione dei
cittadini extracomunitari nei confronti dei quali l’UE applica, come già sottolineato,
il principio di sussidiarietà lasciando a ciascun Stato l’inserimento politico e
l’integrazione civile effettiva ma è noto che su questo punto le classi politiche
nazionali evitano di prendere posizione perché temono di perdere i consensi
elettorali. Ne consegue che tale inserimento è regolato in modo differente da Stato
a Stato nell’ambio dell’Unione, punto che investe poi in particolare il problema
dell’accesso alla cittadinanza dei figli degli immigrati nati in Europa e della loro
adesione ai valori comunitari plurinazionali europei. A ciò si aggiunge un’evidente
contraddizione tra l’adesione ai valori portanti della cittadinanza nazionale e quelli
impliciti della cittadinanza europea che emerge in modo particolarmente forte
nell’accesso alla cittadinanza da parte dei cittadini extracomunitari.
Per comprendere il problema occorre ricordare che l’affermazione dello
Stato moderno ha introdotto la nozione di cittadinanza quale fonte di diritti e
doveri per la persona che ne beneficia. Di conseguenza la nozione di cittadinanza
evoca anche un senso d’identità comunitaria che la formazione dello Stato
nazionale ha fatto coincidere con l’appartenenza alla nazione, a un’appartenenza
comunitaria esclusiva fondata ideologicamente sul diritto del sangue,
sull’ereditarietà. Pertanto, per la popolazione immigrata non è sostenibile
l’adesione alla cittadinanza nazionale e al sistema dei valori espresso dalla
maggioranza Costituzioni nazionali. I detti valori riguardano il passato e non
impegnano per il futuro. E, non a caso, tale impegno per il futuro è stato accolto
solo nelle carte costituzionali dei due paesi, Italia e Germania, che hanno perso la
seconda guerra mondiale e che hanno dovuto rifondare lo Stato in una prospettiva
di partecipazione al processo di unificazione europea e mondiale con la
conseguente limitazione di sovranità (v. art. 11 della Costituzione italiana e art 24
della
Grundgesetz
tedesca).
I cittadini di paesi terzi che chiedono la concessione della cittadinanza
nazionale esprimono, in realtà, una dichiarazione di volontà proiettata verso il
futuro piuttosto che un’adesione al sistema dei valori nazionali del passato e
quindi compiono un atto di volontà politica coerente con la natura della
cittadinanza europea piuttosto che con la natura delle costituzioni nazionali. La
cittadinanza europea afferma un modello aperto di società civile caratterizzata da
valori comuni sovranazionali consacrati oggi nei Trattati esistenti (e nella Carta dei
diritti fondamentali integrata nei Trattati) e domani consacrabili in un’auspicabile
Costituzione europea. Per essere pienamente condivisibile ed evitare crisi di valori
identitari, sia ai cittadini europei sia ai cittadini dei paesi terzi che ne facciano
richiesta, la cittadinanza europea deve assumere carattere primario rispetto alla
cittadinanza nazionale ed essere sorretta da una Costituzione europea portatrice di
un progetto politico di pace e di solidarietà nel mondo.
Ne consegue che il concetto di cittadinanza si deve porre alla ricerca di una
nuova legittimità nel contesto europeo odierno, dato che la società europea storica,
sostanzialmente consolidata e omogenea nei suoi ambiti territoriali, si sta
30
1...,22,23,24,25,26,27,28,29,30,31 33,34,35,36,37,38,39,40,41,42,...128
Powered by FlippingBook