Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione - page 36

Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione
la tendenza di lungo periodo al declino demografico, dà comunque un contributo
rilevante per contenere le perdite (nel 2013 in Piemonte un neonato su 5 è
straniero). Man mano che questi giovani crescono, vanno ad alimentare la
popolazione scolastica a partire dalle scuole dell’infanzia, e poi alle elementari e
medie, ove rappresentano percentuali crescenti di studenti, aggiungendosi ai loro
coetanei minorenni giunti in Italia per ricongiungimenti familiari. La maggior parte
di costoro parla italiano come madrelingua, o ne ha una ottima padronanza. Tutte
le indagini concordano sul fatto che valorizzare il contributo delle così dette
seconde generazioni, evitando discriminazioni e dispersioni di capacità, è
fondamentale non solo per garantire l’integrazione della società italiana (non dei
soli “immigrati”), ma anche per evitare un impoverimento delle risorse umane.
A rendere più complesso il quadro, si devono anche considerare i sempre più
numerosi cittadini stranieri che ottengono la cittadinanza italiana, con una quota
crescente dovuta al raggiungimento del lungo periodo di soggiorno richiesto dalla
legge rispetto al matrimonio con coniuge italiano. La quota proporzionale di
naturalizzazioni in Italia è però inferiore a quella di altri paesi europei. In
Piemonte nel 2013 sono stati 9.879. Infine vi sono i figli di coppie miste – con un
genitore italiano - che hanno la cittadinanza dalla nascita. Questi due gruppi vanno
comunque ricordati perché, se da un lato confermano il radicamento dei migranti e
dei loro discendenti, dall’altro possono incontrare problemi e subire
discriminazioni dovute al fatto che vengono considerati come stranieri per
l’aspetto fisico o il nome.
I flussi migratori a livello regionale sono difficili da sintetizzare, perché il
saldo del 2013, positivo per oltre 40.000 persone – come una piccola città in più – è
dovuto in larga parte ancora a operazioni post-censuarie. Gli iscritti dall’estero
sono stati 19.499, con un saldo positivo di oltre 15.000. Gli arrivi dall’estero per
motivi di lavoro si sono fortemente ridotti in tutta l’Italia, e quindi sono soprattutto
i ricongiungimenti familiari a incrementare gli arrivi. Vi è poi la componente dei
rifugiati e richiedenti asilo. I dati assoluti delle persone arrivate in Italia negli
ultimi mesi sono impressionanti (quasi 43.000 nel 2013 e 170.100 nel 2014, fonte
Ministro Interno) e notoriamente le condizioni dei viaggi e degli sbarchi sono
drammatiche. Il numero di richiedenti asilo in Italia è però minore (27.000 nel
2013), per la tendenza a cercare altrove una collocazione definitiva. I richiedenti
asilo sono distribuiti nelle varie regioni Italiane dal sistema di accoglienza
nazionale gestito dal Ministero dell’Interno. Le cifre per la regione Piemonte si
riducono drasticamente (il dato puntuale è 1.212 migranti in strutture di
accoglienza straordinaria ad agosto 2014) e comunque gli stranieri presenti in
Piemonte con lo status di rifugiati con permesso di soggiorno per motivi umanitari
sono poche migliaia. In sostanza, i richiedenti asilo e i rifugiati sono una fascia di
popolazione che non va confusa con i migranti per altre ragioni (migrazioni
volontarie), affrontano certamente problemi drammatici e che richiedono
specifiche politiche di accoglienza e inserimento: dal punto di vista puramente
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