Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione - page 42

Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione
università italiane non incoraggiano l’accesso dei migranti stranieri che non hanno
conseguito la loro scolarità in Italia
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Un terzo problema è dato dal fatto che alcuni amministratori locali, optando
per una politica di controllo e di contrasto all’immigrazione, scelgono
volontariamente di escludere ogni mediazione interculturale che possa andare
nella direzione di dare più voce all'immigrato nel tentativo di favorire
l’integrazione: viene cioè preferito un “professionista italiano” che riesca a
“controllare” l’immigrato grazie alla conoscenza della sua lingua e di alcuni tratti
della sua “cultura”, contribuendo cosi a frenare la partecipazione degli utenti o
pazienti stranieri nel processo di cura, riabilitazione o integrazione sociale, nonché
a ridurre l’efficacia professionale del servizio stesso.
In effetti, la negoziazione attorno ai temi dell’identità e della cultura, che per
loro natura sono dinamici e dialettici, deve evitare i rischi di generalizzazione e di
semplificazione e, nello stesso tempo, scongiurare ogni tentativo di
“universalizzazione”, perché l’obbiettivo della mediazione è, in primo luogo quello
di dare voce ad ognuno dei contendenti diminuendo o eliminando i fattori di
potere, dominio o forza che rischiano di discriminare una parte o favorirne
un’altra. La finalità è quella della rimozione dei fattori di “rischio” o di “crisi”
permettendo al servizio e al cittadino di trovare risposta ai loro bisogni e di
intraprendere la via della guarigione o del benessere sociale.
4.
I servizi di fronte alla pluralità etnico-culturale
Ai fini della valutazione della mediazione culturale si debbono distinguere
diverse categorie di immigrati. Oltre ai tradizionali migranti “economici”, si
possono oggi individuare categorie sempre più eterogenee e diversificate nelle
quali risultano in considerevole aumento le categorie vulnerabili, come i minori
non accompagnati, le donne vittime di tratta e i richiedenti asilo e protezione
umanitaria.
Per gestire il fenomeno migratorio, l’Italia si è dotata di leggi e normative
appropriate che mirano a “governare” il fenomeno e anche a favorire l’accesso dei
migranti ai servizi essenziali già operanti nel territorio.
Cosa sono i servizi sociali e sanitari in Italia? Si tratta di servizi offerti dai
Comuni al fine di ridurre “
le condizioni di disabilità, di bisogno e di disagio
individuale e familiare, derivanti da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociali e
condizioni di non autonomia
” (Legge 328/2000).
I servizi sociali attuano interventi che mirano alla promozione, al
mantenimento e al recupero del benessere della popolazione, al pieno sviluppo
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A Roma alcuni italiani laureati in mediazione linguistico-culturale hanno fatto ricorso nel 2014 contro
un bando del Comune di Roma che poneva come requisito per svolgere l’attività di mediazione
interculturale nei servizi comunali quello di “essere di origine straniera con una significativa esperienza
di immigrazione”, sostenendo che sussisterebbero questioni di incompatibilità costituzionale a causa
della “discriminazione” degli italiani.
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