Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione - page 53

Per una politica europea di asilo, accoglienza e immigrazione
3. Un fenomeno a carattere strutturale
L’Europa, tradizionalmente terra di emigrazione, è diventata solo negli ultimi
decenni meta di immigrazione da paesi terzi. Questo spiega, almeno in parte,
perché il Trattato di Roma del 1957 non prevedesse una competenza formale in
materia di politiche dell’immigrazione. Infatti, fino agli anni settanta del Novecento
la manodopera straniera proveniva prevalentemente da altri paesi europei e le
uniche regole riguardavano la circolazione dei cittadini degli Stati membri.
Oggi la situazione è completamente cambiata: nell’Unione europea il numero
totale di stranieri, vale a dire di individui che non sono cittadini del paese in cui
risiedono, è stimato intorno a 35 milioni, corrispondente a quasi il 7% dei 500
milioni circa di abitanti dell’intera Unione. Dei 35 milioni di stranieri, grosso modo
un terzo sono cittadini appartenenti a uno stato membro (13,6 milioni), mentre i
due terzi sono cittadini provenienti da paesi terzi (20,7 milioni)
1
. Questo significa
che gli immigrati provenienti da paesi non europei costituiscono circa il 4% della
popolazione totale dell’Unione.
In Italia, paese di grande emigrazione dalla seconda metà dell’Ottocento per
centoventi anni, la tendenza si è invertita e l’immigrazione straniera è iniziata dalla
metà degli anni settanta. La crescita è avvenuta rapidamente, arrivando nel 2012 a
quasi 5 milioni di stranieri. Di questi circa un milione e mezzo sono cittadini di altri
stati membri dell’Ue, e circa tre milioni e mezzo cittadini di paesi non appartenenti
all’Ue
2
. Secondo queste stime, i cittadini di paesi non europei costituiscono il
5,83% della popolazione residente in Italia. Questi, sommati ai cittadini di altri
paesi Ue, costituiscono oltre l’8% della popolazione italiana.
Le cifre da sole indicano che non si tratta di un fenomeno passeggero, ma che
milioni di persone con cittadinanza diversa da quella del paese in cui risiedono,
vivono in quel paese in modo stanziale. Il fenomeno migratorio è diventato un
fenomeno a carattere strutturale e ordinario, e in quanto tale va considerato, nella
complessità delle sue sfaccettature sociali e culturali.
4. Lo spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia: quale libertà?
Le politiche dell’immigrazione elaborate dall’Unione europea risentono di
due difficoltà fondamentali. La prima è di carattere oggettivo e dipende dal fatto
che il fenomeno assume caratteristiche sensibilmente differenti da paesi a paese,
perché non tutti i paesi sono meta di immigrazione, ma anche perché quelli
maggiormente coinvolti non lo sono allo stesso modo. Infatti, la struttura per
cittadinanza della popolazione straniera residente nell’Unione varia notevolmente
da uno stato membro all’altro ed è influenzata da fattori quali la migrazione della
1
Eurostat,
Migration and migrant population statistics
,
.
2
I dati sulla presenza degli stranieri sono sempre oggetto di controversia, in quanto variano
sensibilmente a seconda delle modalità di rilevazione impiegate. Per l’Italia ho utilizzato i dati forniti
dall’ASGI, Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, cfr.
Manifesto ASGI per riformare la
legislazione sull’immigrazione
, anno 2013
,
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